Tra le malattie cardiovascolari, lo scompenso cardiaco è quella patologia che in Italia provoca la mortalità più elevata. Infatti, porta alla morte circa la metà delle persone che ne sono colpite, entro 5 anni dalla sua scoperta. Inoltre, circa il 25% di coloro che ne sono colpiti muoiono entro 1 anno dalla diagnosi. Nonostante i numeri parlino chiaro, i sintomi dello scompenso cardiaco vengono spesso confusi o sottovalutati e la patologia, in
generale, è poco conosciuta. Basti pensare che tale malattia colpisce circa 1 milione di persone ogni anno e genera quasi 200 mila ricoveri ospedalieri. Si tratta, dunque, di un problema che non va assolutamente sottovalutato e che è destinato, purtroppo, a diventare sempre più attuale a causa del crescente invecchiamento della popolazione.
Ringraziamo il centro di prevenzione cardiovascolare CardioPrev di Bolzano per averci fornito le informazioni indispensabili per stendere questo interessante approfondimento.
I sintomi dello scompenso cardiaco
Risulta cruciale, nell’ottica del mantenimento di un buon stato di salute, cercare di non sottovalutare i sintomi anche comuni che potrebbero nascondere più di un’insidia. Ad esempio, la semplice stanchezza o il fiato
corto, che si possono avvertire dopo una rampa di scale o del semplice
movimento, crisi di tosse notturna e vertigini possono nascondere le prime
avvisaglie di una patologia cronica e degenerativa. Col tempo, frequenza e
intensità degli episodi tendono ad aggravarsi, finendo col rendere problematiche azioni semplici e quotidiane. In ogni caso i sintomi, se per
un periodo possono anche non manifestarsi, sono idonei a ripresentarsi
all’improvviso. In alcuni casi, i problemi respiratori possono peggiorare da
sdraiati. Ciò dovrebbe evidenziare un accumulo di liquidi nei polmoni che potrebbe complicarsi fino a diventare un edema polmonare acuto. I liquidi accumulati nel corpo possono rivelarsi anche attraverso un diffuso gonfiore, localizzato in particolare agli arti inferiori e con il bisogno di urinare più frequentemente, anche durante la notte.
Cosa significa soffrire di scompenso cardiaco
Il cuore ha l’importante compito di ossigenare e distribuire il sangue in tutto l’organismo. Quando si soffre di scompenso cardiaco, il cuore non è più in grado di pompare come si deve il sangue in tutto il corpo. Ciò significa che non riesce a riempirsi e a svuotarsi completamente e adeguatamente, comportando una circolazione insufficiente e scarsamente ossigenata. Le conseguenze sono spossatezza e difficoltà a
respirare, col risultato di rendere le più normali azioni, come il camminare, molto difficoltose se non impossibili.
Come trattare lo scompenso cardiaco
La malattia si caratterizza per essere cronica e degenerativa ma, comunque, può essere trattata al fine di essere stabilizzata. Il risultato che si ottiene è un contenimento dei sintomi e un miglioramento della qualità della vita. Si potrà, quindi, riprendere a svolgere le normali attività di prima ma non senza perdere di vista l’importanza di seguire semplici accorgimenti. Le regole da seguire favoriscono il benessere nel senso più ampio. Le principali, infatti, sono: smettere di fumare, tenere sotto
controllo il peso, assicurarsi di assumere la giusta quantità di liquidi, monitorare i livelli pressione e colesterolo, limitare il consumo di alcolici e svolgere uno stile di vita attivo, sotto controllo medico. Inoltre, esistono specifici farmaci ;che hanno fornito una soluzione concreta, anche se parziale, al problema della mortalità dovuta a malattie cardiovascolari, che si è ridotta del 20% circa.
L’importanza della diagnosi tempestiva
Se la malattia viene presa in tempo, non è da escludere che il suo decorso possa essere rallentato se non, addirittura, evitato. Si rivela di importanza vitale saper riconoscere i sintomi e riferirli immediatamente al proprio medico. Ciò è raccomandato soprattutto per i soggetti a rischio. Il medico, così, potrà accertare la presenza di liquido nei polmoni e richiedere i
successivi accertamenti che confermino la sua diagnosi. Questi sono:
radiografia del torace; l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma, per
verificare le dimensioni e il funzionamento del cuore; le analisi del sangue, che costituiscono il primo degli accertamenti utili quando i sintomi sono difficilmente interpretabili.