Sempre e comunque eco-friendly: la fine diventa green ed ecologica

L’emergenza sanitaria generata dal coronavirus ha cambiato i riti funebri e probabilmente cambierà la tipologia di sepoltura: quelle che un tempo erano le pompe funebri, cerimonie (appunto) pompose per dare l’ultimo addio ai propri cari saranno sempre più minimaliste e soprattutto eco-friendly optando per scelte ecologiche e sostenibili per le tasche e per la ritrovata sensibilità ambientale. Saranno le grandi città – quelle che hanno pagato un tributo maggiore al coronavirus – ad anticipare le tendenze e a proporre nuove soluzioni. Le agenzie di pompe funebri a Roma, come la Cattolica San Lorenzo dovranno adattarsi al cambiamento di stile e proporre soluzioni già esistenti come il sudario e le bare eco-compatibili.

I sudari compostabili: ecco cosa sono! 

Si chiamano “sudari”, ma in realtà si tratta di abiti cuciti su misura del defunto. L’indumento realizzato con un tessuto intriso di spore di funghi, viene fatto indossare alla salma e quando il corpo viene deposto – possibilmente inumato – le spore dei funghi si attivano per purificare il corpo dalle tossine e accelerare il processo di decomposizione. I tessuti per le sepolture sono disponibili dal 2016 e realizzati da un’azienda americana, la Coeio, con sede a New York. I vantaggi dei sudari eco-sostenibili sono prevalentemente ambientali:

  • Si accelera la decomposizione del corpo con un ritorno alla terra più naturale;

  • Si purifica il corpo dalle tossine accumulate in vita e quindi si restituisce all’ambiente un corpo meno “inquinante”;

  • La decomposizione accelerata, ma naturale e senza cremazione, restituisce nutrienti alle piante e al terreno.

In altre parole, un effetto “compostaggio” applicato al corpo umano. Una sepoltura ecologica sarebbe anche congruente con uno stile di vita eco-sostenibile che si va rapidamente diffondendo essendo una valida alternativa alla cremazione stessa che sprigiona anidride carbonica nel processo di combustione, nonché alle pratiche di imbalsamazione che richiedono l’utilizzo di sostanze tossiche per evitare il decadimento del corpo.

Le altre tipologie di sepolture eco-compatibili

Bare di bambù, di alghe, di pino e vimini o realizzate con foglie di banano, bare 100% riciclabili con carta di giornale e l’uso di pigmenti organici, ma anche bauli in lana o in cotone, in legno sostenibile e certificato, sarcofagi in iuta: sono solo alcuni esempi, attualmente in produzione nel mondo, di feretri progettati per un ritorno graduale e naturale alla terra.

I paesi anglosassoni sono quelli più all’avanguardia nel settore, interessati a soddisfare la richiesta di una fetta di mercato in crescita, di una popolazione sempre più sensibile alle tematiche ambientali: da qui l’esigenza di rispondere con bare o urne cinerarie all’ “avanguardia”, organiche, compostabili, bio-degradabili e organiche. Una tipologia diffusa è la bara intessuta a mano con foglie di banano e rami naturalmente staccatisi dalla pianta. L’interno è foderato con un panno, il poggiatesta è in bambù, il sudario che avvolge il corpo è in fibra di cotone. Questo esemplare impiega da 6 mesi a due anni per decomporsi completamente a differenza dei feretri zincati.

A livello economico e di costi per l’ambiente, la scelta della sepoltura eco-sostenibile non sarà solo una valutazione di pertinenza e coerenza con il proprio stile di vita o quello del defunto, ma potrebbe diventare un’esigenza a dispetto delle convenzioni sociali o delle credenze personali poiché l’uso delle bare in legno richiede l’impiego di grandi pezzi di legno, periodi lunghi di smaltimento, molto carburante per la lavorazione e un alto tasso di disboscamento – si stima, pari a un campo di calcio di foresta primaria abbattuto ogni minuto. In fin dei conti, la sepoltura eco-friendly è l’estremo tentativo di consegnare un futuro alle generazioni future, un gesto in extremis di misericordia.