Cambiare la Moda per aiutare l’ambiente, il progetto di Mani Tese

A molti verrebbe da chiedersi cosa c’entra la moda con l’ambiente, cosa c’entrano le scelte che ognuno compie quando decide di acquistare un capo d’abbigliamento, piuttosto che un altro, con l’inquinamento ambientale. Ma la domanda corretta da porsi è: quanti danni ha causato e sta causando il consumismo sfrenato dell’era moderna al pianeta? La risposta è che lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, il progressivo esaurimento delle energie non rinnovabili, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, dei mari, lo stanno portando ( il nostro Pianeta) velocemente verso il punto di non ritorno. Ma come se non bastasse, non è tutto qui, perché il soddisfacimento indiscriminato dei bisogni non essenziali, porta con sé anche il triste e tragico sfruttamento della forza lavoro di quella parte della popolazione più povera e debole della Terra. La moda è parte di questo sistema, cavalca anche essa l’onda del consumismo, la cui massima espressione è rappresentata dal fast fashion. Tutto questo non è più sostenibile, qualcosa deve cambiare, qualcosa sta cambiando, anche nella moda, Mani Tese ha lanciato un progetto che si chiama Cambia Moda.

 

Cos’è il fast fashion?

Con il termine fast fashion si indica il fenomeno, utilizzato da una fetta del settore della moda, della vendita rapida e massiva di prodotti di bassa qualità a prezzi contenuti. Per fare questo, le grandi catene della distribuzione, promuovono l’uscita continua di nuove collezioni, per cui il cliente, allettato dall’idea di avere capi sempre nuovi ad un costo contenuto, sostiene inconsapevolmente un sistema nocivo.

 

Nocivo perché e per chi?

Nocivo perché, per vendere a costi così bassi e guadagnare da essi, le industrie del fast fashion risparmiano sulla qualità delle materie prime e soprattutto risparmiano sulla manodopera, andando a pescare nel mare pieno e navigato dei paesi in via di sviluppo, offrendo lavoro con scarse condizioni igienico sanitarie, esponendo gli operai a rischi enormi per la salute, a orari di lavoro massacranti e stipendi da fame, spesso andando ad incrementare anche lo sfruttamento del lavoro minorile. Nocivo perché l’industria sfrutta energie non rinnovabili, impiega prodotti chimici altamente inquinanti per l’aria, per l’acqua e per il suolo, riversandoli nelle falde acquifere e sprigionando gas tossici e ingenti quantità di anidride carbonica, e producendo tonnellate di rifiuti. 

 

Nasce il progetto Cambia Moda, di Mani Tese

Mani Tese è un’Organizzazione Non Governativa e una ONLUS, si batte per la giustizia sociale, economica e ambientale nel mondo. Il progetto Cambia Moda nasce grazie al sostegno dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e alla collaborazione di Guardavanti, Altis, Istituto Oikos, Faircoop, Lottozero e Koinètica. Il suo scopo è quello di informare e rendere consapevole i consumatori rispetto alle dinamiche del consumismo sfrenato, perché, attraverso la consapevolezza e la conoscenza si possa arrivare ad adottare comportamenti più responsabili nei confronti  del pianeta. Nello specifico, il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al fenomeno del fast fashion, esortando a non alimentarlo ma rivolgendo l’attenzione verso acquisti più etici, selezionando e acquistando capi d’abbigliamento sostenibili, realizzati senza danneggiare l’ambiente e che abbiano rispetto della manodopera addetta alla produzione. Mani Tese opera promuovendo iniziative ambientali e incontri workshop in università, scuole, istituti professionali, eventi e campagne promozionali, durante i quali esperti del settore illustrano e spiegano le varie dinamiche del settore portando il pubblico a prendere consapevolezza dell’importanza di adottare comportamenti più responsabili.

Cambiare il mondo si può, attraverso l’educazione e il comportamento di ognuno, un passo alla volta, anche apportando cambiamenti nel settore della moda, perché il mercato risponde con un’offerta che si adegua alla domanda, cambiando la domanda, si può agire sull’offerta. 

Antonella Mancini