Un popolo polinesiano, diffuso e conosciuto specialmente presso il popolo neozelandese, è quello dei Māori. Questo nome così particolare, in realtà significa “normale”, in antitesi a quelli invece che erano gli “invasori” inglesi, i quali hanno disturbato questo popolo per numerosi secoli. I tratti fisiognomici di questo popolo sono ben lontani da quelli che potremmo incontrare in Sud Africa: statura alta, pelle di color burro, un naso grande e uno spacco degli occhi che richiama la forma della mandorla. Tre gruppi di isole, quelle del Nord, quelle del Sud e quelle dello Chatham costituiscono i poli culturali di questo popolo, in quale vede il centro della sua vita collettiva e artistica nella “Casa della Riunione”, la quale è arricchita e decorata con sculture che costituiscono una sorta di pantheon dei discendenti del cielo e della terra.
La cultura dei tatuaggi
Gli anni passati sono stati invasi dalla moda dei tatuaggi orientali: caratteri giapponesi, simboli di comunità primitive, detti ed espressioni idiomatiche di luoghi lontani. Non tutti però sono a conoscenza che se si affronta un viaggio in Polinesia con traveldesign, si ha la possibilità di vedere il polo irradiatore dei tatuaggi orientali: il popolo dei Māori. Quest'ultimo è estremamente famoso per la realizzazione del moko, un tatuaggio tradizionale che ritrae i volte dei componenti della tribù. In passato, ma in qualche area della Polinesia ancora oggi, i combattenti utilizzavano questa rappresentazione sulla loro pelle per raccontare la loro vita: ogni segno, simbolo o immagine indica un evento particolare e formativo nella propria vita personale. Esiste anche un'altra tipologia di tatuaggio, chiamata kirituhi, che mette in risalto le capacità decorative dei tatuatori polinesiani, i quali rendono il disegno mezzo di narrazione ma soprattutto di rinascita spirituale e simbolica. Una differenza sostanziale, quest'ultima tipologia, rispetto al Moko, la individua nel fatto che tutti possono farsi tatuare un kirituhi, che non offende per nulla la cultura di questo paradiso australiano.
In campo sportivo
Questa comunità primitiva, nel mondo sportivo, si è resa molto visibile: grazie alla prestazione fisica dei cittadini polinesiani, la Nuova Zelanda ha formato una squadra di rudgby i cui componenti sono di origine orientale. I Māori però non mancano di portare la loro cultura e le loro usanze fuori dalla loro terra, infatti, all'inizio di una qualsiasi partita, è uso per loro svolgere un canto mimato, che è nato originariamente come un'invocazione al dio sole. Questo canto rituale nel tempo ha subito un'evoluzione, divenendo sempre più articolato, complesso e ponendosi come obiettivo l'espressione più pura dei sentimenti del proprio stato d'animo: Dolore o aggressività sono le emozioni che meglio si esprimono e, a causa di ciò, a questa danza, è stata attribuita una valenza legata allo spirito guerriero e combattente.