Veloce Come il Vento, anche il mondo dei motori arriva al cinema

veloce come il vento

Sta vivendo una seconda giovinezza il cinema italiano che sta sfornando, tra il finire dello scorso anno e questo 2016, una serie di pellicole veramente belle ed interessanti. Tralasciando l'incredibile record di incassi fatto realizzare dal film comico Quo Vado? Di Checco Zalone, che è piaciuto più al pubblico che alla critica, non sono mancati i lungometraggi che hanno messo d'accordo tutti i palati. Dopo Non Essere Cattivo del compianto Claudio Caligari, Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese e Lo Chiamavano Jeeg Robot dell'esordiente Gabriele Mainetti, ecco arrivare un nuovo film degno di nota, Veloce Come il Vento di Matteo Rovere. Come le precedenti opere citate la pellicola ha il grosso merito di cercare di raccontare qualcosa di nuovo, abbandonando i soliti schemi che hanno ingessato il cinema italiano negli ultimi anni. La storia infatti si basa sulla storia vera del pilota di Rally Carlo Capone, che da grande promessa e dopo aver vinto un Campionato Europeo scompare dal mondo delle corse cadendo nel vortice della droga, tornando poi per aiutare la giovane sorella in un momento di grande difficoltà.

Un super Accorsi

Ad interpretare l'ex pilota è un dimagrito e trasandato Stefano Accorsi, autore di una interpretazione magistrale. Molto brava anche Matilda De Angelis nel ruolo della sorella pilota anch'essa nonostante i soli 17 anni che, dopo la morte del padre con la madre che li aveva abbandonati anni prima, si ritrova in difficoltà trovando così l'aiuto del fratello che la allenerà a modo suo, sempre dovendo fare i conti con la sua tossicodipendenza, per cercare di vincere il campionato e risolvere così i problemi economici. Oltre alla particolarità della storia è curioso anche il contesto in cui si svolge il film, ovvero quello che potremmo definire di nicchia, ma che probabilmente è una definizione che va molto stretta, degli appassionati delle auto gran turismo e delle corse. Già una volta il cinema italiano si era cimentato nell'argomento con Velocità Massima, dove il protagonista Valerio Mastrandrea era uno dei partecipanti delle corse in notturna dove, tra le vie periferiche della capitale, sfrecciavano le più veloci e modificate  Porsche, Lamborghini e Audi Roma. Ma oltre alle auto e alla tossicodipendenza viene fuori anche quel mondo di appassionati che, tra mille difficoltà e privazioni, sacrifica tempo e denaro per partecipare ai vari Campionati nazionali ed europei, ricavandone in cambio pochi soldi e poca gloria soprattutto in Italia dove le attenzioni dei media sono sempre e solo rivolte verso il calcio.