Un derby diverso per le tifoserie romane

derby tifosi

In campo lo spettacolo c'è stato, anche se prettamente di marca giallorossa, sugli spalti invece no. Il derby tra Roma e Lazio si è disputato infatti, così come capitò nel match di andata, in uno stadio Olimpico praticamente semi vuoto, uno spettacolo assolutamente irreale e inusuale per una partita così importante e sentita in città. Le due curve infatti tirano sempre dritto nella loro protesta, iniziata a settembre, contro le nuove misure sicurezza in vigore dall'inizio di questa stagione nello stadio Olimpico, che ha portato i due cuori pulsanti del tifo cittadino a disertare le partite casalinghe della Roma e della Lazio, non facendo mancare invece il loro apporto nelle trasferte. E così in una partita che, fino all'anno scorso, nei cuori dei tifosi capitolini veniva primo tutto e dove non c'erano cerimonie, compleanni o feste aziendali Roma che potessero tenere, ora si è assistito di nuovo ad un derby con le due curve desolatamente vuote che ha reso quella che è una delle partite più sentite al mondo assolutamente irreale.

Una domenica diversa

Disertato lo stadio le due tifoserie però, come spesso è accaduto in questa stagione, non ci hanno pensato minimamente a restare a casa scegliendo invece di vedere le partite ognuna in un luogo simbolo della storia della propria società. I supporter della Curva Sud hanno così deciso di riunirsi al Campo Testaccio, che fu il primo stadio della Roma e ora desolatamente abbandonato a se stesso da anni, per poi partire in un lungo e colorato corteo fino all'Ex Mattatoio dove è stato allestito un maxi schermo che ha radunato circa tremila tifosi. Erano in tanti anche quella della Curva Nord che hanno scelto invece il quartiere di Tor di Quinto, da sempre un feudo del tifo laziale per assistere tutti assieme al derby. Il risultato però non ha sorriso ai biancocelesti, sconfitti per quattro a uno, facendo così scattare la contestazione con diversi tifosi che si sono recati a Formello dove si sono registrati anche scontri con le forze dell'ordine. Alla fine è il tecnico Stefano Pioli a pagare per tutti con la cacciata arrivata nel tardo pomeriggio e la squadra affidata all'allenatore della Primavera Simone Inzaghi ma il problema della Lazio, al momento, sembrerebbe essere che i Presidenti non posso esonerarsi da soli.

Per i giallorossi il terzo posto è stato blindato, complice la sconfitta interna dell' Inter con il Torino e ora la squadra di Spalletti proverà la rincorsa al Napoli secondo in classifica uscito con le ossa rotte da Udine, e con il bomber Higuain , 30 gol in campionato squalificato per 4 turni.

Per la Lazio, la stagione ormai è chiusa e senza più obiettivi toccherà a Inzaghi spronare i giocatori a dare di più già a partire dalla difficile trasferta di Palermo, contro una squadra in lotta per la salvezza e bisognosa di punti.