È uno degli interventi di edilizia più semplici da eseguire, nonché uno dei più richiesti, perché consente di recuperare spazio vivibile anche all’interno di appartamenti piccoli; non a caso, negli ultimi anni le case italiane hanno usato (e in certi casi abusato) molto dell’opportunità di costruire un soppalco, usando anche materiali più “leggeri” come il cartongesso. E dopo una sentenza del Consiglio di Stato, ci sono importanti novità sul fronte burocratico.
L’iter burocratico
Proprio il rispetto delle norme è sempre stato uno dei punti critici legati a questo intervento in ambito domestico, perché prima di avviare il cantiere nella propria abitazione bisogna svolgere le giuste pratiche, fare le precise richieste amministrative e seguire insomma il corretto iter, che ovviamente comporta un allungamento dei tempi. L’alternativa illecita è di incappare in un abuso edilizio, che ha come conseguenza immediata l’ordine di abbattimento dell’opera, oltre che implicare il reato e la sanzione, anche di tipo penale se ci sono errori.
La sentenza del Consiglio di Stato
Eppure, c’è una importante novità che riguarda almeno una tipologia di questa costruzione: la citata sentenza del Consiglio di Stato (per la precisione, la 985/2017) ha infatti sancito che non sono necessarie autorizzazioni per realizzare un soppalco destinato a ripostiglio, mentre restano immutate le condizioni e le prescrizioni per chi intende utilizzare questa soluzione per incrementare la superficie dell’immobile e utilizzare il nuovo spazio anche per soggiornarvi.
La destinazione d’uso
Secondo le motivazioni dei giudici, non è univoca la disciplina edilizia del soppalco e più in generale quella dello spazio aggiuntivo che si ricava all’interno di un locale; al contrario, bisogna valutarne la portata caso per caso, prestando anche attenzione alle specifiche caratteristiche del manufatto nonché alla sua destinazione prevista. Ad esempio, se il soppalco ha dimensioni rilevanti e la sua realizzazione comporta la ristrutturazione dell’immobile (con conseguente aumento di superfici e carico urbanistico: in sintesi, se si intende usarlo come stanza di soggiorno), resta obbligatoria la richiesta del permesso preventivo al Comune.
Quando il permesso non serve
Nei casi invece di intervento edilizio minore non è richiesto il permesso: un esempio concreto, citato dai giudici, è quello del soppalco realizzato come spazio chiuso e di altezza inidonea alla fruizione delle persone, e perciò utilizzabile solo come ripostiglio per oggetti e beni. In situazioni del genere la costruzione non si considera abusiva, anche se manchevole dei permessi.
Soppalco, ecco le nuove regole
In definitiva, la questione è facilmente sintetizzabile: quando il soppalco è realizzato con un intervento poco invasivo e “leggero” e la struttura è destinata a semplice ripostiglio, non servono permessi specifici ma è sufficiente la classica Dia. Al contrario, se invece l’opera serve ad aumentare lo spazio abitabile e la superficie calpestabile è obbligatorio premunirsi dei documenti di legge.
Gli accessori per il soppalco
Abbiamo utilizzato l’aggettivo “leggero”: anche se i materiali e gli accessori a supporto di questo spazio non sono immediatamente collegati alla valutazione del permesso, va da sé che utilizzare ferro anziché cartongesso ha delle implicazioni dirette sulla destinazione d’uso. In commercio, anche sui siti online come Giffi Market, esistono ad esempio modelli specifici di scala per soppalco, pensati per rendere sicuro e comodo l’accesso al materiale stipato e adatta anche a un uso in negozio e uffici, ma soprattutto realizzati con materiali che non pesano in maniera eccessiva sulla struttura.