Il rivestimento in Teflon antiaderente che viene applicato su padelle e tegami, inventato 25 anni fa, è un composto a base di fluoro. Per questo impiego (ma non è l’unico), ne vengono commercializzati tipi di qualità differente: quanto più è alto il numero di strati che rivestono il metallo e il loro spessore, tanto più il tegame è resistente all’uso, di maggior durata, più liscio, e più facilmente pulibile.
Il termine Teflon è una delle diverse denominazioni commerciali del politetrafluoroetilene (PTFE), un polimero del tetrafluoroetene appartenente al gruppo delle olefiniche. Rispetto al composto originario, una polvere di colore bianco che non viene sciolta da nessun solvente, per gli usi finali vengono associati altri componenti stabilizzanti e fluidificanti. In ogni caso, essendo la denominazione più famosa, il termine Teflon è diventato di uso comune e usato genericamente dai consumatori di tutto il mondo.
Il polimero è stato scoperto nel 1938 dal chimico Roy Plunkett, all’interno di una bombola di tetrafluoroetilene occlusa. Formato da due atomi di carbonio e quattro di fluoro, il polimero ha dimostrato un’elevatissima resistenza agli agenti esterni, anche ai più aggressivi, e venne quindi inizialmente scelto dalla società statunitense DuPont per la realizzazione di alcuni strumenti per l’esercito a stelle e strisce. Negli ultimi decenni – in particolare dagli anni ’60, quando la Food and Drug Administration ne studiò e approvò il contatto con gli alimenti – il Teflon ha trovato moltissimi usi domestici, dai rivestimenti antiaderenti delle padelle fino a fibre isolanti.
I polimeri noti come Teflon® si distinguono in tre categorie aventi proprietà simili:
- il politetrafluoroetilene (PTFE),
- l’etilene-propilene fluorurato (FEP)
- il tetrafluoroetilene perfluoroalcossi (PFA)
Il rivestimento in Teflon® migliora le proprietà di antiaderenza, scorrevolezza e la resistenza chimica del materiale base.
Il rivestimento mediante Teflon® , detto ormai volgarmente e impropriamente teflonatura, viene impiegato nei sistemi TempCoat e ChemCoat.
Impreglon, leader italiano da oltre trent’anni per la produzione di superfici specifiche e personalizzate per ogni funzione, settore e applicazione industriale, esegue rivestimenti con Teflon® per conto terzi, e per i trattamenti di questo tipo dispone di certificazione conforme alla norma UNI EN ISO 9001:2000.
Il polimero alla base del Teflon presenta numerose caratteristiche interessanti, tali da renderne il ricorso praticamente ubiquitario in tutto il mondo. La polvere bianca con cui si presenta il polimero, dall’aspetto molto leggero, è nota per notevoli qualità: galleggia sull’acqua, non viene diluita da nessun solvente, resiste agli agenti chimici aggressivi e non subisce variazioni a temperature fino a 300 gradi centigradi.
Per gli impieghi attuali, il Teflon si presenta genericamente come una sostanza plastica e liscia, mediamente resistente ai graffi e abbastanza duratura nel tempo. Date le caratteristiche elencate poc’anzi – a cui si aggiungono un basso coefficiente d’attrito, una buona resistenza alle fiamme e la capacità di non condurre l’energia elettrica – è facile comprendere perché il Teflon sia diventato così famoso per rivestire la parte interna di pentole e padelle.
Non è però tutto, poiché il Teflon non è impiegato solo nella produzione di utensili da cucina, ma anche per valvole e guarnizioni che richiedono una certa resistenza, fibre e strati anticorrosione, alcune protesi chirurgiche e molto altro ancora. In tempi recenti, inoltre, questo polimero è stato anche scelto per la produzione di speciali tessuti: abbinato alle comuni fibre, infatti, le rende impermeabili e resistenti alle macchie.