Quanto sono ferrati gli italiani al volante, somari o secchioni?

“Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza” – la citazione di Socrate introduce con una velata ironia la questione della preparazione degli italiani al volante: siedono dalla parte del bene o del male? Risponde l’indagine nazionale condotta da Assicurazioneauto.it. Analizza due livelli: la conoscenza dell’auto e dell’RCA, per mettere alla prova la preparazione degli automobilisti sulle due facce della stessa medaglia.

1. Focus sull’auto. L’80% degli intervistati ricorda ogni quanto deve cambiare l’olio al motore e deve fare la revisione, unica voce fuori dal coro quella delle donne a cui corrisponde il 70% delle risposte sbagliate e, incrociando i dati, scopriamo che il 54% di queste dichiara di affidare al marito/padre la gestione della noiosa RC auto. Il dubbio sorge spontaneo, non saranno mica abituate a delegare sempre la noiosa “questione auto” all’uomo di casa? Ma, saperne di auto significa conoscere anche le regole stradali, in questo caso il voto è 5: in generale, ferrati sui limiti di velocità, ma particolarmente somari sulle regole della precedenza. Si arriva così alla terza sezione su cultura generale. Italiani preparati, ma non aggiornati. Confusi sulla differenza tra car pooling e car sharing, su cui il campione avrebbe volentieri chiesto l’aiuto del pubblico. Quando si tratta di risparmio, invece, ci si informa, lo dimostra l’86% che conosce la differenza di prezzo tra metano e gpl. Tirando le somme, sul totale: 67% risposte corrette e 33% sbagliate. Le regole sulla precedenza proprio non piacciono, inoltre, nonostante il successo riscosso da car sharing e car pooling, sembra che la mobilità sostenibile ancora non sia entrata del tutto nelle abitudini di vita degli italiani.

2.Focus sull’RCA. Il 71% ha fornito risposte corrette ai quesiti sottoposti. Dalla ricerca sono però emerse alcune lacune: il 34% ignora la definizione di IVASS. Viene quindi da chiedersi se l’IVASS si comporti un po’ troppo da istituzione tanto da risultare distante da coloro che invece intende tutelare (e non sono pochi, se pensiamo che l’RCA è obbligatoria e l’ISTAT ci classifica con il tasso più alto di motorizzazione). Si sbaglia (21%) anche sui documenti contenuti nel fascicolo informativo. Dato che segnala superficialità, se si considera il fatto che i documenti che contiene servono per valutare l’effettiva “bontà” della proposta assicurativa.
Infine, l’indagine mette in luce il profilo dei rispondenti, utile per: consigliare agli italiani come migliorare la propria conoscenza in materia e mostrare alle aziende con quale logica ragioni il loro target di riferimento. Due i più interessanti: le donne sfatano il mito dell’essere un pericolo al volante rivelandosi infallibili sull’educazione stradale e poco pigre (il 41% si occupa personalmente dell’RCA senza delegare al proprio uomo!). Tirata d’orecchie, invece, per i giovani. Cadono sulle domande più banali come sicurezza stradale e revisione, e, come se non bastasse, ricorrono al web per frivolezze piuttosto che per imparare qualcosa sulle regole della strada. Tuttavia, ammettono i propri limiti ed è sicuramente segno di maturità.

Cosa emerge quindi? Un livello di conoscenza generale buono, ma non sempre si sceglie la fonte di informazione giusta. Sembra che la conoscenza arrivi prevalentemente tramite passaparola. Occhio, italiani, l’amico di turno potrebbe non essere una fonte attendibile in fatto di auto. Quindi, è bene seguire l’esempio di quella percentuale di italiani (purtroppo bassa, 15%) che, sia per l’auto che per l’assicurazione, si è avvalsa del web per ottenere notizie ufficiali su portali istituzionali. Internet talvolta ci ostacola con la sua mole spropositata di informazioni, ma si rivela un buon alleato quando lo si usa con criterio. I portali degli enti operanti nel settore automobilistico mettono a disposizione dei cittadini informazioni ufficiali che aspettano solo di essere consultate, e di sicuro, sono più affidabili, oggettive e aggiornate del passaparola.

Dettagli del campione: l’indagine ha coinvolto tutta la popolazione nazionale, il 48% del campione rappresenta il nord, il 19% il centro, e il 32% sud e isole, equamente diviso tra donne e uomini (50% genere femminile e 50% maschile) e per fasce d’età (il 23% corrisponde ai giovani tra i 18 e i 34 anni, il 43% alla popolazione tra i 35 e i 54, e coloro che superano i 55 sono il 34 %). Non è stata trascurata la posizione professionale, è stato considerato il 64% degli occupati,  il 27% di disoccupati e il 9% di studenti.