Continua la riduzione dei prestiti erogati dalle banche. Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia anche a febbraio il calo aumenta: dal 1,8% di gennaio a -2%. Per quanto concerne la concessione a famiglie e imprese, già deluse dalla rettifica dell’ABI sulla sospensione dei mutui, le prime hanno subito una riduzione dello 0,4% rispetto al febbraio 2014, mentre le PMI sono passate dal -2,7% dello scorso anno al -3% attuale. La crescita dei depositi invece registra un aumento del 4,3%, mentre a Gennaio il relativo valore era del 5%.
Calano i prestiti, crescono le sofferenze
Sono invece in crescita le sofferenze bancarie, ossia quei prestiti che faticano ad essere saldati. Esse risultano incrementate del 15,6% su base annua, per un aumento di 1,8 miliardi di euro.Va notato invece che gli istituti continuano ad acquisire Titoli di Stato italiani: è stato registrato un incremento nell’ultimo mese da 416 a 423 miliardi di euro, che rappresenta un nuovo massimo storico. Basti pensare che a dicembre i bond governativi delle banche ammontavano a 400 miliardi; in due mesi tale numero è aumentato quindi del 5,75%, dato che fa riflettere se messo a confronto con la riduzione dei prestiti all’economia reale (+8%).
Le aste Tltro e il quantitative easing
I motivi di questa tendenza da parte degli istituti potrebbero essere due: le Aste Tltro e il “quantitative easing”, entrambe operate dalla BCE. L’asta di marzo ha fornito alle banche dell’Eurozona liquidità a 4 anni con un rendimento pari a quello del tasso di riferimento attuale (0,05%), mentre nelle due aste di settembre e dicembre era stato adottato uno spread di 10 punti base. Le banche avevano quindi pensato ai bond come una garanzia per eventuali operazioni di rifinanziamento. Per quanto concerne il QE, l’attesa per la sua attuazione ha fatto sì che gli istituti comprassero titoli di stato per fini speculativi, nella speranza di un rialzo dei loro corsi.
Si può notare una stabilizzazione dei rendimenti decennali dei Btp nella fascia fra l’1,2 e l’1,3%, dopo che all’inizio del QE è stato toccato un minimo dell’1%. Tale fenomeno potrebbe essere causato dalle prese di profitto delle banche, che hanno optato per la realizzazione dei guadagni maturati nel corso delle settimane precedenti. Il mese di marzo e aprile serviranno a capire se tale ipotesi è corretta, oppure se le banche continueranno ad acquistare titoli di stato a svantaggio dell’erogazione di prestiti a famiglie e PMI. Il fatto che le sofferenze siano al 12% del PIL nazionale e che dalla BCE arrivi liquidità a costo zero dovrebbe rendere manifesto come le banche siano maggiormente propense a operazioni di tipo speculativo.