Non ce l’ha fatta Non essere cattivo ad entrare nella short list del novero delle candidature alla Notte degli Oscar 2016 come Miglior film straniero. L’ultima opera del regista Claudio Caligari, odore dei due film cult Amore tossico e L’Odore della notte e deceduto poco dopo il completamento della pellicola, era stato infatti scelta nel settembre 2015 come rappresentante italiano per la corsa alla statuetta. Un sogno quello hollywoodiano però svanito a metà dicembre quando il film non è riuscito a passare l’ultima selezione. Ma se le velleità di Oscar sono svanite resta comunque successo e l’apprezzamento unanime per questo film che è stato capace di mettere d’accordo la critica, l’opera è stata molto apprezzata all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, dove è stato presentato, ma anche dal pubblico, come dimostra l’incasso di oltre 500.000 euro, una buona cifra per un film considerato di nicchia. Grande apprezzamento ha poi riscosso anche la recitazione di Luca Marinelli, uno dei due protagonisti del film, che ha vinto il Premio Pasinetti come miglior attore protagonista.
Una Ostia post pasoliniana
Come al suo solito i soggetti e le storie raccontate da Caligari non sono mai banali. Se in Amore tossico le avventure di un gruppo di eroinomani durante gli anni ’80 veniva raccontato con estrema crudezza ma anche con una straordinaria efficacia, con l’Odore della notte invece ci si era spostati agli inizi degli anni ’90 nel mondo della piccola mala romana delle rapine nelle case. Con Non essere cattivo si andato a completare un po’ la sua trilogia, che in molti hanno accostato ad un proseguimento moderno dell’Accattone di Pasolini, raccontando invece la seconda metà degli anni ’90, quella dell’avvento delle droghe sintetiche.
Il film narra infatti le vicissitudini di due amici, disoccupati e dediti al grande uso di droghe e ai piccoli reati, in una Ostia quasi spettrale. La svolta arriva quando uno dei due si innamora e decide di andare a lavorare in uno dei tanti cantieri per ristrutturazione bagni Roma, tentando poi di convincere anche l’amico a cambiare vita. Impresa che però non sarà facile. Anche se rispetto le due precedenti opere si nota maggiormente un piccolo buonismo il film è la chiusura perfetta del cerchio della trilogia di Caligari, un regista molto atipico e la sua scomparsa ci fa rimpiangere molto il fatto che la sua filmografia sia stata concentrata in sole tre pellicole.