Chi arriva a Milano, passa per la Stazione Centrale, senza soffermarsi a guardarla veramente. Mi Guidi propone una visita guidata per scoprirla e conoscerla.
Per chi arriva a Milano in treno, la Stazione Centrale appare immensa, austera, quasi ostile con saloni sterminati e un dedalo di uscite che disorienta. Per chi a Milano ci vive, è semplicemente “la stazione”: luogo di passaggio, fermata della metro e ora anche sede di negozi. Ma se spendete un po’ di tempo per alzare lo sguardo, la sua ricchezza, le sue sculture, persino i suoi colori vi rivelano un mondo tutto diverso, popolato di aquile e leoni, dèi e imperatori, splendide ceramiche e ardite architetture.
Mi Guidi, affermata realtà nel panorama culturale milanese che negli anni ha saputo distinguersi perché in grado di offrire all’utente la possibilità di conoscere Milano da punti di vista differenti, vi propone una visita guidata a Milano proprio per scoprire “l’altra” faccia della Stazione. Sarà un’occasione speciale che permetterà agli utenti di fermarsi – finalmente- ad osservarla e ascoltare le tante storie che questo luogo ha da raccontare: dalla prima partita del Milan antecedente la sua costruzione all’inaugurazione nel 1931, dal famigerato Binario 21 all’immigrazione degli anni ’50-’60.
Quando fu inaugurata, la Stazione Centrale di Milano divenne, suo malgrado, il simbolo forte e moderno del Fascismo. Ovunque è infatti possibile coglierne i rimandi: nel lettering tipico di quegli anni, nell’abbondanza di aquile e lupe, simbolo di una fiera romanità e naturalmente nei fasci littori, spesso affiancati dalla scritta “AN IX”, ovvero 1931, anno dell’inaugurazione, contato a partire dalla Marcia su Roma (1922).
Eppure di quella volontà celebrativa, la Stazione non fu che il pretesto. Quando U. Stacchini la progettò, nel 1911, la Stazione Centrale rappresentava la modernità di una città che, aprendosi all’Europa con i Trafori del San Gottardo (1881) e del Sempione (1906), si preparava al ruolo di “capitale morale” del Paese. Un ruolo condiviso anche con altre città protagoniste del momento (Torino, Venezia, Roma, Genova), raffigurate con i quattro animali simbolici (toro, leone, lupa, grifone) che svettano sulle facciate laterali dell’edificio.
Non c’è dunque da stupirsi se il colosso della Stazione appare particolarmente ricco di apparati decorativi e di simbolismi: dai cavalli alati sulla facciata, metafora del Progresso guidato da Volontà e Intelligenza, al dio del Commercio Mercurio, che, con il caratteristico elmo alato, compare un po’ ovunque. Il progetto intendeva celebrare sia lo sviluppo economico che tecnologico del momento, citando Edison, Marconi o Volta, ma prima di tutto l’ingegno umano su cui poggiano l’Industria, il Commercio, il Lavoro e le Scienze, nuovi dèi moderni che appaiono nei medaglioni tondi della Galleria delle Carrozze. Questa strada coperta era il luogo del primo smistamento dei flussi di persone che transitavano dalla Stazione, passando attraverso il Salone delle Biglietterie, illuminato da eleganti lampade Déco, la Galleria delle Partenze e le arcate in ferro distese sui binari.
All’epoca i treni merci viaggiavano al livello della strada, nascosti in un lungo edificio che ospitava anche i magazzini ferroviari. Proprio da uno di questi binari “invisibili” (il 21) partirono per i lager nel 1943-44 i deportati: quello di Milano è l’unico scalo europeo superstite di quella dolorosa pagina di storia e ad esso è dedicato il Memoriale della Shoah (ingresso in largo Safra).
Ma la Stazione Centrale è di più: Mi Guidi vi accompagnerà al suo interno per carpirne i segreti artistici, ammirarne i saloni, i dipinti e le architetture, ma non solo. Un esperto vi racconterà di come nella storia cinematografica la Stazione Centrale è stata protagonista della storia della città di Milano…