“Medea” di Ronconi è Franco Branciaroli
Dal 14 al 17 dicembre (alle 21.00 il 14 e il 15 – il 15 con i sovratitoli per non udenti – alle 19.30 il 16 e alle 16.00 il 17), sul palco della Sala Leo de Berardinis dell’Arena del Sole di Bologna salirà uno straordinario e camaleontico Franco Branciaroli per interpretare “Medea” di Euripide. Si tratta di un omaggio a Luca Ronconi, il grande maestro scomparso nel 2015: lo spettacolo in programma è quello dello storico allestimento di Ronconi, evento del 1996, ripreso da Daniele Salvo e riprodotto dal Piccolo Teatro di Milano con il Teatro de Gli Incamminati e il Ctb.
Considerato una pietra miliare – registica e interpretativa – nella storia del teatro italiano novecentesco, lo spettacolo ripropone il mito di Medea che abbandona la terra natale e i suoi dei per seguire Giasone a Corinto, dove viene ripudiata per mera convenienza politica e dove consuma la sua tragica vendetta uccidendo i due figli avuti da Giasone. La tragedia di Euripide Ronconi la rilegge in chiave divina: l’uccisione dei figli è per la terribile eroina il sacrificio offerto ai suoi dei traditi.
Oggi come negli anni Novanta è ancora Franco Branciaroli a vestire i panni femminili di Medea, una Medea-uomo voluta da Ronconi: se infatti le letture in chiave psicologica portano a considerare questo personaggio come il prototipo dell’eroina combattuta tra l’amore per i propri figli e il rancore per il proprio uomo, e le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di precorritrice del movimento femminista, nella visione di Ronconi Medea è il prototipo della minaccia impersonata da uno straniero, approdato in una terra che si vanta di avere il primato della civiltà. Quella di Medea dunque non è una tragedia della femminilità, ma della diversità. Vista e vissuta come misteriosa e mostruosa, emblema della ferocia di una forza distruttrice. E così questo spettacolo, allestito vent’anni fa, risulta oggi estremamente attuale, pare che tratti di tempi odierni.
“L’opposizione tra il mondo di Medea, arcaico, violento, eroico, estremo e passionale e il mondo di Corinto, moderno, squallido, grigio e deprimente, un mondo governato dal denaro e dalla convenienza, regno dei più furbi, di chi vanta amicizie più importanti, di chi tradisce, è alla base dell’antitesi Medea / Giasone – scrive Daniele Salvo nelle sue note di regia – Sono due universi che si scontrano, due visioni del mondo completamente diverse: uno scontro clamoroso tra Oriente ed Occidente, tra maschile e femminile (e tra maschile e maschile). Medea, “la straniera”, “la diversa”, è arrivata via mare, ha lasciato la patria, oltrepassato “le duplici rocce dello stretto di mare”, si ritrova in terra straniera, ha perso il suo uomo, il suo letto e ora viene cacciata con ignominia dal Paese che l’aveva accolta. Inutile fare facili parallelismi con gli eventi a cui assistiamo ogni giorno…”.
Il riallestimento, come precisa ancora il regista, è assolutamente filologico, ripropone nei dettagli la regia di Ronconi, senza intromissioni, aggiunte o sottrazioni. Sul palco, accanto a Franco Branciaroli, troviamo Alfonso Veneroso nel ruolo di Giasone e Antonio Zanoletti nella parte di Creonte. Nel cast d’eccezione anche Tommaso Cardarelli, Livio Remuzzi, Elena Polic Greco, Elisabetta Scarano, Serena Mattace Raso, Arianna di Stefano, Francesca Maria, Odette Piscitelli e Alessandra Salamida, Raffaele Bisegna e Matteo Bisegna.
Per Ronconi anche lo spazio scenico era un linguaggio, una macchina testuale visiva dove tutto ciò che si vedeva veniva direttamente dal testo e dalle sue radici. A questa impostazione restano fedeli: Antonella Conte, che riprende le scene originarie di Francesco Calcagnini; Gianluca Sbicca, che riprende i costumi di Jacques Reynaud; e Cesare Agoni, che riprende le luci di Sergio Rossi.
Il testo di Euripide è stato tradotto da Umberto Albini.
In occasione dello spettacolo, venerdì 15 novembre alle 17.15 al Cinema Lumiére (nella Sala Officinema/Mastroianni) verrà proiettato il film “Medea” di Pier Paolo Pasolini (coproduzione Italia-Francia-RFT/1969), con Maria Callas nel suo unico ruolo cinematografico, nelle vesti di Medea/ dea lunare della vendetta: nella visione pasoliniana la Medea di Euripide è infatti un emblema del Terzo Mondo ingannato e sfruttato dalla razionalità pragmatica dell’Occidente, impersonato da Giasone.
Chi presenterà all’Arena il biglietto d’ingresso al film, otterrà lo sconto del 30% sul costo del biglietto per lo spettacolo.
Informazioni:
www.emiliaromagnateatro.com