L’industria musicale e la crisi delle vendite legata ad internet

Il mercato della musica sta attraversando un momento storico tutt’altro che semplice. L’affermazione definitiva delle nuove tecnologie di connettività ed il numero sempre crescente di utenti che ascoltano musica tramite internet, senza più nemmeno il bisogno di scaricarla, stanno creando non pochi problemi all’industria musicale. Secondo una ricerca portata avanti dalla Fairfield University e della University of Colorado, lo streaming musicale su Youtube, il notissimo sito di video di proprietà di Google, porterebbe via ogni anno all’industria almeno 50 milioni di dollari.

Una dato che va accresciuto delle perdite derivate dalle mancate vendite di CD e file digitali legate alla pirateria online, un fenomeno che muta ma non sparisce.

La crescita irrefrenabile dei servizi di musica in streaming, come Deezer e Spotify, rappresenta per l’industria musicale un’ancora di salvezza. La possibilità di essere sempre connessi, anche in mobilità come mostra SosTariffe.it, consente agli utenti di ascoltare la propria musica in continuazione e, grazie a questi servizi di musica in streaming, il tutto è completamente gratuito o, al massimo, prevede il pagamento di un canone mensile per accedere a delle funzionalità premium.

Nel corso dei prossimi anni difficilmente le cose cambieranno ed è probabile che l’industria musicale dovrà evolversi al fine di evitare ulteriori perdite legate al crescente utilizzo di internet anche in mobilità.