Una psicoterapeuta a Torino nell’ambito del proprio lavoro può fare riferimento anche alla psicoterapia cognitiva, approccio in virtù del quale i pazienti vengono aiutati a far fronte agli eventi che considerano problematici. Entrando nello specifico, come si può leggere sul sito psicologatorino.net, quello che differenzia le persone sane dalle persone che sono colpite dai disturbi psicologici è che le seconde hanno a che fare con distorsioni cognitive che in modo evidente influenzano il significato che attribuiscono alle esperienze: per questo motivo, la loro capacità di fronteggiare gli accadimenti risulta compromessa, o comunque condizionata in modo negativo.
Per capire l’utilità della psicoterapia cognitiva e l’importanza del compito svolto da una psicoterapeuta a Torino si pensi al caso di una donna fin troppo perfezionista, che per interpretare la realtà che la circonda e tutti i fenomeni che la riguardano si avvale di una modalità, per così dire, di informazioni dicotomica, per cui tutto o è bianco o è nero: insomma, una cosa o è completamente giusta o è completamente sbagliata, senza via di mezzo. Ecco, la psicoterapia cognitiva interviene per far cogliere a questa donna le sfumature e la loro importanza: non fa riferimento all’inconscio, ma semplicemente a un livello preconscio. Non ci sono, quindi, informazioni che non sono accessibili da parte della consapevolezza, ma solo pensieri negativi che compaiono in maniera automatica e che agiscono senza che il livello cognitivo possa operare un controllo in proposito.
Una psicoterapeuta a Torino che sfrutta la psicoterapia cognitiva interviene a livello conscio, così che i contenuti dell’elaborazione delle informazioni preconscia possano essere modificati. Si parte dal conscio per fare in modo che i contenuti preconsci accedano e oltrepassino la soglia della consapevolezza. Per questo motivo, si tende a iniziare dall’infanzia: il soggetto, nel momento in cui riepiloga e raccoglie i tasselli della sua storia di vita, gestisce stati mentali e situazioni elaborate e complesse, da cui dipende una certa capacità, tramite l’autocontrollo, di sopportare e superare la frustrazione emotiva.
Si parla di psicoterapia cognitiva perché si interviene su quello che succede dentro la mente, e quindi sui processi mentali della memoria, dell’attenzione, del ragionamento e del pensiero, con conseguenze sulla consapevolezza e sullo stato di coscienza. Si tratta, inoltre, di una terapia direttiva, che può essere attuata non solo in funzione di un trattamento individuale, ma anche per sedute di gruppo o di coppia. I pensieri distorti vengono, così, modificati, allo stesso modo dei comportamenti disadattivi e delle emozioni disfunzionali. Si lavora, pertanto, per agevolare la definitiva scomparsa o comunque la progressiva riduzione del disturbo o dei sintomi psicologici, prestando attenzione in modo particolare al presente. In alcuni casi, con il coping i pazienti finiscono per apprendere abilità specifiche che possono tornare utili in un momento successivo.