Le storie. Il giovane maker Mattia Strocchi — Giovazoom
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E’ iscritto al primo anno di Ingegneria dell’Automazione dell’Università di Bologna, ma è già un giovane talento riconosciuto a livello internazionale fin da quando frequentava l’ultimo anno dell’ITIS Nullo Baldini di Ravenna.
Mattia Strocchi, classe 1998, ha infatti ottenuto lo scorso luglio in Giappone due premi nell’ambito della 14esima edizione dell’International Exhibition of Young Inventors-IEYI, manifestazione internazionale dove vengono esposte invenzioni proposte dai giovani di tutto il mondo. A rappresentare l’Italia c’era solo lui, giovanissimo maker ravennate, essendo tra i finalisti del concorso “I giovani e le scienze 2017” della Commissione Europea ed essendosi già aggiudicato a marzo 2017 il premio dalla “Yale Science & Engineering Association Inc.”
Qual è la sua invenzione tecnologica che gli è valsa già così tanti riconoscimenti? Come l’ha sviluppata? Ce la siamo fatti raccontare direttamente da lui che abbiamo conosciuto grazie al “Maker Station FabLab” di Cotignola che ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del suo progetto, Fab Lab nato grazie a un finanziamento della Regione Emilia Romagna di cui vi abbiamo raccontato qualche tempo fa (bando 2014 della Legge 14/08 di spesa investimenti).
“Il progetto che ho chiamato ORION – ci spiega Mattia con quel genuino entusiasmo di giovane maker – è un esoscheletro con elettromiografo. In parole semplici è un tutore applicabile agli arti che, grazie a un doppio dispositivo, aumenta la forza di chi lo indossa aiutandolo così nei movimenti muscolari.”
In che cosa consiste questo doppio dispositivo bionico che hai ideato capace di aiutare persone con difficoltà motoria?
E’ costituito da due parti. C’è innanzitutto una scheda elettronica che permette di visualizzare sul computer i segnali muscolari raccolti tramite elettrodi applicati agli arti, rifacendosi all’esame medico della elettromiografia. La seconda parte è un esoscheletro controllato da un attuatore: in pratica l’attuatore è un sistema meccanico collegato alla scheda elettronica e all’esoscheletro e si mette in movimento dando più forza all’arto quando gli arriva il segnale che il muscolo si vuole muovere. Attualmente ho realizzato un prototipo funzionante di un esoscheletro per l’arto superiore controllato sulla base del miosegnale del bicipite.
Come ti è venuta l’idea di questo progetto? E dove hai acquisito le competenze per realizzarlo?
A scuola quando ero al quarto anno dell’ITIS mi sono appassionato all’elettronica analogica e ho iniziato a documentarmi online sui segnali cutanei con un lavoro puntuale di analisi della problematica e validazione/attendibilità delle fonti. Su internet non è infatti scontato che dati medici-elettronico-fisiologici siano attendibili. Mi sono anche rivolto a due medici: il dott. Callegarini, primario del reparto di neurofisiologia clinica e il dott. Belluati, primario di ortopedia a Ravenna. Per passare poi alla realizzazione pratica del dispositivo bionico è stato molto importante l’incontro con il Fab Lab di Cotignola.
Quale supporto hai trovato al Maker Station Fab Lab?
Il Fab Lab di Cotignola è diventata la mia seconda famiglia. Qui ho trovato un ottimo supporto tecnico. Ma non solo. Enzo Cortesi, Etela Manaresi e Luca Poli mi sono stati vicino anche dal punto di visita umano ed economico. E’ grazie al Maker Station Fab Lab se lo scorso anno ho potuto partecipare col progetto Orion al Maker Faire Rome 2016, la fiera europea dell’innovazione e del making. Sono andato là come rappresentante dell’Italia in qualità di Young Maker (
Dopo la partecipazione al Maker Faire di Roma il tuo progetto è stato accolto con entusiasmo a livello europeo ed internazionale.
Si sono stato selezionato dalla Fondazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche-FAST che gestisce per l’Italia EUCYS – European Union Contest for Young Scientists, finale del Concorso dell’Unione europea dei giovani scienziati. Essendo arrivato tra i finalisti questa estate sono volato in Giappone dove il mio progetto ha ottenuto la medaglia d’oro all’International Exhibition of Young Inventors-IEYI, aggiudicandosi inoltre lo Special Award della delegazione cinese Leading innovation.
E ora dopo questi importanti riconoscimenti qual è il tuo obiettivo di sviluppo del progetto per il futuro?
Il mio desiderio è arrivare a realizzare un esoscheletro capace di aiutare il maggior numero di persone con disabilità motoria a un costo accessibile a tutti. Il percorso è ancora lungo… ma sono determinato a continuare a lavorare sul progetto.
Che consiglio ti senti di dare a tuoi coetanei che come te hanno una grande passione per l’innovazione tecnologica?
Per me è stato fondamentale crederci e non perdere l’entusiasmo anche se spesso a scuola non si è né stimolati né valorizzati… A me è successo addirittura di essere penalizzato perché il mio progetto mi assorbiva troppo tempo. Adesso penso al futuro: mi sono iscritto all’Università e presto farò anche un’esperienza Erasmus perché mi sono già reso conto quanto sia stimolante la contaminazione culturale anche in campo scientifico. Un ultimo consiglio: frequentare un fab lab. Ne sono nati tanti in questi ultimi anni e sono un luogo eccezionale per lo scambio di esperienze. Lì soprattutto noi giovani possiamo confrontarci con adulti appassionati che hanno quel pizzo di esperienza in più e che possono aiutarci a sviluppare la nostra idea.
Fonte: Le storie. Il giovane maker Mattia Strocchi — Giovazoom