Il Premier Renzi ha gioito: non esiste un caso Italia, anche in Germania c’è crisi. Insomma i tedeschi crescono meno del previsto e dunque in Italia va tutto bene.
Il giornalista economico Marco Fortis su Il Messaggeroscrive: I dati sul PIL sono deludenti proprio per la Germania che nell’immaginario collettivo dovrebbe essere la locomotiva d’Europa ma che invece è bruscamente arretrata dello 0,2. Con maligna soddisfazione aggiunge Fortis: Berlino potrebbe sfiorare la cosiddetta recessione tecnica o addirittura entrarvi. La roboante crescita del PIL tedesco attesa per il 2104 andrà rivista drasticamente al ribasso.” Ora, a parte l’invito ad un uso più moderato e pertinente degli aggettivi – “bruscamente” per un misero 0,2 e “roboante” per una crescita prevista dell’1.8-1.9 per cento – è la Schadenfreude l’aspetto più interessante. A dire il vero non del tutto giustificata considerato che la lieve flessione del PIL tedesco (appena lo 0,2 per cento) si inserisce in un trend positivo. È il primo segno negativo dopo cinque trimestri positivi e per il 2014 è comunque prevista una crescita dell’1.9 e di oltre il 2 per cento per il 2015. Ma qualsiasi dato negativo venga dalla Germania è buono per dare fiato alle trombe della Schadenfreude e criticare, così, la cancelliera Angela Merkel e l’austerità made in Germany che è ovviamente la madre di tutti i mali italiani. In realtà in pochi – tra cui il giornalista tedesco Udo Gümpel su Facebook – hanno letto il comunicato dell’Ufficiofederale di statistica che ha spiegato i motivi della flessione: 1) Le esportazioni sono diminuite rispetto alle importazioni; 2) Sono diminuiti gli investimenti nelle costruzioni dovuti ad un inverno molto mite che ha permesso di anticipare numerosi cantieri.