La fotografia dei migranti in regione nel Dossier Statistico Immigrazione 2017
Nell’hub di Bologna sono passati dalla sua apertura, nel luglio 2014, 30.046 migranti: 6.558 solo nei primi sei mesi di quest’anno. E’ questo uno dei dati che compongono la fotografia scattata dal Dossier Statistico Immigrazione 2017 presentato oggi in tutta Italia e anche a Bologna, nella sede della rivista Africa e Mediterraneo. Il Dossier, nato nel 1991 per raccogliere e riflettere sui dati relativi al fenomeno migratorio, ha impegnato quest’anno oltre 130 autori del mondo accademico, sociale, associativo e istituzionale, che hanno contribuito a redigere le varie parti del volume (internazionale, nazionale e regionale), con il supporto dei dati statistici più aggiornati su molteplici e importanti aspetti che riguardano gli immigrati in Italia. A curare il dossier il Centro Studi e ricerche IDOS insieme al Centro Studi Confronti, con il sostegno dei fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e la collaborazione di UNAR.
I dati regionali
In Emilia-Romagna, come riporta il dossier, sono accolti attualmente 14.510 migranti, di cui 13.213 nei centri di accoglienza Cas e 1.297 nelle sistemazioni Sprar. Il dettaglio per provincia vede in testa Bologna con 2.435 richiedenti asilo, seguono nell’ordine Modena (2.087), Reggio Emilia (1.945), Parma (1.790), Ravenna (1.482), Ferrara (1.349), Piacenza (1.175), Forlì-Cesena (1.164) e Rimini (1.083). In tutto la regione ospita il 7% di tutti i profughi sbarcati in Italia.
La permanenza media, che ha battuto il record negativo lo scorso anno con 18,9 giorni, da gennaio a giugno 2017 è tornata a diminuire leggermente a 16,9 giorni di media. Nella prima metà dell’anno ci sono stati inoltre 4.367 trasferimenti, 820 allontanamenti volontari e 396 tra rinunce di accoglienza, espulsioni e decadenze. Nel 2017 sono arrivati in via Mattei 5.569 uomini e 989 donne, l’età prevalente è 18-25 anni (ben 4.190 persone). La nazionalità più diffusa? Quest’anno è davanti la Nigeria con 1.219 persone, seguono Bangladesh con 958, Costa d’Avorio (611), Guinea (559) e Senegal (469).
Tra agosto a settembre si è registrato un primo calo delle presenze nei Cas: erano 14.186 il 2 agosto scorso. Migliora, inoltre, la distribuzione dei migranti: se a giugno 2016 erano circa 180 i Comuni emiliano-romagnoli ad accogliere, questi sono saliti a 235 nel marzo di quest’anno (70% del totale) per raggiungere i 255 a giugno (76%) e superare la quota dell’81% a fine settembre (270 Comuni).
Un dato (quello dei Comuni che accolgono i migranti) “non scontato”, sottolinea durante la presentazione del rapporto Andrea Facchini del servizio Politiche per l’integrazione sociale della Regione Emilia-Romagna. Ha dato dunque i suoi frutti l’appello ai Comuni (non tutti piccolissimi) che fin qui hanno accolto meno. Resta tuttavia ancora quasi un 20% di municipi che non toccati dall’accoglienza migranti. La diffusione ha fatto calare però il rapporto strutture-persone che lo scorso anno è stato pari a 11, il più basso d’Italia dopo l’Umbria.
Nel dossier anche gli ultimi dati sugli stranieri residenti, abbondantemente più di mezzo milione (531.028 all’1 gennaio di quest’anno) in Emilia-Romagna, la regione con la più alta incidenza degli stranieri sulla popolazione in Italia. L’incidenza maggiore in Regione è in Emilia: Piacenza ha il 14%, Parma il 13,5% e Reggio il 12,3%.
La comunità più numerosa resta quella rumena con 89.000 residenti, seguono marocchini, albanesi, ucraini, cinesi e moldavi. I 25.000 stranieri dell’Emilia-Romagna che hanno acquisito la cittadinanza italiana lo scorso anno, gli oltre 85.000 minorenni residenti e i 45.000 bambini da 0 a 6 anni presenti in Emilia-Romagna parlano insieme al buon ritmo dei ricongiungimenti di un fenomeno che ha una certa stabilità.
Più lavoro, meno stereotipi
In questa ricerca, il tema economico e lavorativo ha un ruolo rilevante: i cittadini stranieri, che costituiscono l’8,3% dei residenti in Italia, rappresentano il 10% degli occupati e producono l’8,8% del Pil. Inoltre un terzo dei nuovi assunti è di origine straniera. Quanto alla retribuzione, però, di strada da fare ce n’è ancora tanta, anche nella regione col piu’ alto numero di stranieri lavoratori (248.000, oltre il 13% degli occupati). Uno straniero, spiega uno degli autori del dossier, Andrea Stuppini, percepisce in media 1.067 euro al mese contro i 1.412 di un italiano. Dunque “versano meno ma ricevono ancora meno in termini di welfare, visto che in Italia questo è rivolto particolarmente agli anziani”.
Pietro Pinto, membro del Comitato Scientifico del Dossier, ha presentato l’obiettivo principale dell’opera: restituire un’immagine corretta del fenomeno migratorio, nonostante sia estremamente vasto e complesso. Inoltre ha sottolineato come il Dossier intenda far prevalere l’oggettività dei dati rispetto alle percezioni, superando la retorica dell’invasione. Considerato che l’evoluzione demografica e climatica determinerà un ulteriore aumento, impossibile da arrestare, secondo Pinto “importante è piuttosto capire le cause, programmare e gestire i flussi”. L’intervento si è concluso con una citazione di Monsignor Di Liegro, ispiratore del Dossier: “non ci sono invasori, non siamo vittime, non incombe una condanna alla catastrofe: il futuro dipende da noi e dal nostro spirito di collaborazione con i paesi in via di sviluppo”.
Alcuni spunti di riflessione sul tema del dialogo interreligioso in rapporto alle migrazioni sono stati quindi offerti da Alessia Passarelli, del Centro Studi Confronti, che ha evidenziato come il pluralismo possa costituire una ricchezza per la società.
Infine Ferdous Rehana, operatrice sociale di coop. Lai-momo, ha portato la sua testimonianza umana e professionale rispetto ai cambiamenti storici del fenomeno migratorio.
Sandra Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, ha moderato gli interventi, che hanno messo in luce alcuni aspetti fondamentali – economici, sociali, culturali – del fenomeno, evidenziando un rovesciamento di prospettive rispetto al sentire comune sul “problema” immigrazione e rimarcando le ricadute in termini di sviluppo che possono derivare quando avviene integrazione nel tessuto sociale.
Fonte: La fotografia dei migranti in regione nel Dossier Statistico Immigrazione 2017