Dopo il genoma del bigfoot, preparatevi al genoma degli alieni di Paracas. Negli ultimi giorni è partito dal sito Ancient Origins un fitto tam tam su nuovi dati che proverebbero gli strani crani trovati nell’omonima penisola peruviana come appartenenti a una specie di ominide sconosciuta. Forse la prova di …
La bufala dei teschi alieni di Paracas
Dopo il genoma del bigfoot, preparatevi al genoma degli alieni di Paracas. Negli ultimi giorni è partito dal sito Ancient Origins un fitto tam tam su nuovi dati che proverebbero gli strani crani trovati nell’omonima penisola peruviana come appartenenti a una specie di ominide sconosciuta. Forse la prova di una razza aliena?
Prima un po’ di storia: alla fine degli anni ‘20 del secolo scorso gli scavi dell’archeologo Julio Tello portarono alla luce i resti di una società andina fiorita tra l’VII e il I secolo avanti Cristo. La cultura Paracas, imparentata con quella di Nazca immediatamente successiva, è interessante per diversi aspetti, per esempio per gli elaboratissimi tessuti, ma il suo nome è ora indissolubilmente legato agli strani crani allungati rinvenuti nella necropoli.
I crani, che oggi si trovano al Museo Regional de Ica accanto agli altri reperti, sono effettivamente impressionanti da guardare, ma la loro spiegazione è molto terrena: come tante culture mesomericane, tra cui Maya, Inca e naturalmente Nazca, i Paracas oltre a praticarne regolarmente la trapanazione si dilettavano a modificare artificialmente la forma dei crani, intrappolando la testa ancora in crescita con elaborate fasciature.
La modifica deliberata del cranio, come di altre parti del corpo, ha un valore simbolico-culturale ed è nota, a partire già dal neolitico, anche in molte altre società sia del Vecchio che del Nuovo Mondo.
Nessun mistero quindi, ma come per i disegni di Nazca le spiegazioni più prosaiche non hanno tanto appeal quanto quelle pseudoscientifiche, e in particolare il ricercatore indipendente Brien Foerster (privo naturalmente di qualunque qualifica accademica) si è fatto pubblicamente portavoce della teoria secondo cui la deformazione cranica veniva praticata per assomigliare ad antichi esseri superiori provenienti dalle stelle, mentre i crani di Paracas in particolare sarebbero diversi da tutti gli altri in quanto con un volume cranico sensibilmente maggiore: che si tratti forse di veri e propri resti alieni, almeno in parte? Foerster, regolare esperto nella risibile serie di History Channel Enigmi Alieni (quella da cui è nato questo spassosissimo meme), nel 2012 ha anche dato alle stampe con una casa editrice altamente specializzata il libro “The Enigma of Cranial Deformation: Elongated Skulls of the Ancients”.
E pochi giorni fa Foerster ha sganciato un’altra bomba: secondo quanto afferma “un genetista statunitense” (mai nominato) uno dei teschi “ha il mtDna (dna mitocondriale) con mutazioni sconosciute in qualsiasi uomo, primate o animale a noi noto” che ci metterebbero di fronte a “un nuovo tipo di essere umano, molto distante da Homo sapiens, Neanderthal e Denisova”.
La blogger scettica Sharon Hill sul sito Doubtuful News ha cercato di ricostruire i retroscena dell’annuncio, evidenziando come la faccenda si stia evolvendo in modo del tutto simile a quella della pubblicazione del genoma del bigfoot.
Prima di tutto, nessuna reale istituzione scientifica è stata coinvolta: circa due anni fa il museo ha affidato i campioni (resti di capelli, pelle, denti e osso) a Lloyd Pye, un altro celebre ricercatore indipendente con idee simili a quelle di Foerster, convinto fino alla sua morte nel 2013 che il teschio deforme (probabilmente di un individuo idrocefalo) soprannominato Starchild (lo avrete senz’altro visto a Voyager, non negate) fosse appartenuto a un ibrido umano-alieno, nonostante test genetici (veri) avessero smentito ulteriormente la bislacca ipotesi.
Pye avrebbe poi affidato almeno qualche campione a Melba Ketchum, la genetista che si è appunto auto-pubblicata il paper sul genoma del bigfoot fondando una rivista ad hoc, anche se, sempre stando a Foerster, non sarebbe lei la fonte degli entusiasmanti “risultati preliminari” e il misterioso genetista è ancora senza nome.
Sarebbe insomma un nuovo caso da manuale di scienza per conferenza stampa, dove deliberatamente ci si costruisce una credibilità coi media scavalcando lo scomodo processo della revisione paritaria, e il tutto reso ancor più paradossale dal fatto che la banda delle persone coinvolte è ben nota.
Foerster in questa intervista per la radio The People Voice è già sulla difensiva: “sfortunatamente gli scienziati convenzionali hanno un sacco di difficoltà a confrontarsi con una varietà di cose… stiamo anche cominciando a mettere in discussione tutta questa idea del paradigma dell’evoluzione darwiniana…è una teoria così frammentaria… e credo ci siano troppe persone che pensano che sia solida scienza, provata, cosa che io non penso nonostante sia di formazione biologo”.
Rimaniamo nella fiduciosa attesa di uno speciale di Voyager e Mistero sulle nozze tra creazionismo e ufologia: parafrasando le cronache di un vecchio dibattito, saremo alieni per parte di madre o per parte di padre?
Per questo articolo si ringrazia:
Globo Channel – web, curiosità, scienza, tecnologia, record mondiali, video-tutorial dall’italia e dal mondo
e vi invitiamo a continuare la lettura su:
La bufala dei teschi alieni di Paracas