L’Italia investe solo il 4,8% del PIL per Internet e digitalizzazione: economia in ritardo rispetto all’Europa
Internet, nuove tecnologie e digitalizzazione sono ambiti da non sottovalutare per quanto riguarda la crescita economica del Paese. Se ne sono accorti gli italiani che mettono le linee adsl delle diverse compagnie telefoniche a confronto per acquistare il servizio di rete più vantaggioso ed efficiente, e così dovrebbero fare anche le pubbliche amministrazioni e il governo italiano.
D’altronde, facendo appello alla Strategia Europa 2020 che prevede una serie di interventi in campo ICT all’interno dell’UE, anche l’Italia ha stabilito un programma strategico per il miglioramento di Internet e per la diffusione delle tecnologie informatiche e digitali. L’attivazione del progetto, però, definito nelle sue linee dall’Agenda Digitale, subisce ad oggi un grave ritardo rispetto alle attese.
Internet e il divario digitale
Oltre a essere in ritardo rispetto alle proprie stesse aspettative, il nostro Paese risulta essere indietro se confrontato ai vicini europei. Nei confronti delle infrastrutture relative alla rete Internet o delle telecomunicazioni informatizzate, o anche, della digitalizzazione di ambiti come l’istruzione e la Sanità, infatti, l’Italia risulta piuttosto carente. Oltre a un divario digitale, questa situazione costituisce un ostacolo anche in termini economici.
Il ritardo italiano è, infatti, un grave danno per lo sviluppo e la crescita del Paese e dei settori portanti dell’economia odierna. Con l’approvazione di soli 18 provvedimenti su 53, d’altronde, la situazione appare più che precaria e anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non poteva che soffermarvisi nel suo discorso di insediamento, invitando il Paese e le sue istituzioni a un impegno più concreto.
Investimenti sotto la media europea
Come conseguenza di una diminuzione del PIL pari al 15% rispetto a Francia e Germania e al 25% rispetto a Gran Bretagna, l’Italia ha optato per una riduzione delle somme destinate agli ambiti ITC, Internet e del digitale. In particolare, contro una media europea del 6,6% di investimenti, la nostra penisola colloca e impiega nel settore soltanto il 4,8% del prodotto interno lordo.
Il divario digitale dell’Italia è quindi riconfermato, considerando anche che Germania, Francia e Gran Bretagna, infatti, investono rispettivamente il 6,9%, il 7% e il 9,6% del PIL nel settore Internet e tecnologie. La differenza percentuale tra penisola e resto d’Europa, pari a circa 25 miliardi di euro di investimenti annui, si ripercuote, poi, significativamente sull’economia e sullo sviluppo della nazione.
Sviluppo per l’economia e l’occupazione
Aumentando il livello di investimenti nell’ambito delle tecnologie Internet e digitali, insomma, il Paese e la sua economia potrebbero conseguire un importante sviluppo e mettersi al pari delle vicine europee. Secondo le statistiche CENSIS, infatti, tra le cause principali della mancata crescita del Paese un posto d’onore spetta proprio al ritardo digitale, sanabile con un investimento di 18 miliardi di euro nell’arco di sei anni.
Gli investimenti in Internet e tecnologie digitali, poi, potrebbero portare benefici anche per quanto riguarda il tasso di occupazione nel Paese. Confindustria stima, infatti, che un impegno concreto nel settore potrebbe portare alla creazione di 700.000 nuovi posti di lavoro, assolutamente in grado di soddisfare le richieste dei circa 150.000 professionisti attualmente disoccupati.