Il mondo del web, e non solo, è diventato l’eldorado italiano e capitolino dei giovani che ce la fanno. Eravamo abituati a sentir parlare di Neet, cioè dei ragazzi che non studiano e non lavorano (e nemmeno lo cercano più il lavoro), e invece oggi dobbiamo imparare una nuova parola: Eet, ovvero i giovani che ce la fanno. I nuovi imprenditori giovani oggi sono 175.000, di cui il 24,7% presente nel Nord-Ovest, il 15,7% nel Nord-Est, il 18,5% nelle regioni centrali, mentre nel Mezzogiorno la quota raggiunge il 41,1%.
E la buona notizia è anche un’altra: le imprese guidate dai giovani mostrano un saldo positivo. Cresce del 53,4% il numero dei giovani titolari d’impresa nei servizi d’informazione e altri servizi informatici, del 51,5% nei servizi per edifici e paesaggio, del 25,3% nei servizi di ristorazione. Nelle attività legate alla gestione di alloggi per vacanze e altre strutture per soggiorni brevi l’incremento è del 55,6%. Raddoppiano, inoltre, i giovani imprenditori nelle attività di supporto per le funzioni d’ufficio e i servizi alle imprese (+113,3%).
Insomma, tra il 2009 e il 2016 i titolari d’impresa giovani crescono del 32%, passando da 27.335 a 36.079: ecco gli Eet (Employed-Educated and Trained).
Il web è il settore trainante
Uno dei settori economici che più traina l’andamento positivo della nuova imprenditoria giovanile italiana è senza dubbio il web. Sempre più imprese e attività commerciali, oggi, hanno piena consapevolezza di quanto sia importante esserci nel web e decidono di dotarsi di tutti gli strumenti necessari. Di contro, quindi, perfino per una città tradizionalmente pigra come la Capitale, sempre più giovani si dedicano alla realizzazione di siti, utilizzando competenze sempre più specifiche per soddisfare le esigenze della clientela. Il sito web, naturalmente, dev’essere creato su misura del cliente, va sempre reso facilmente consultabile anche da dispositivi mobili e di immediata fruizione. Va poi integrato con la visibilità sui social, su cui un’azienda oggi deve sempre puntare.
L’altra faccia della medaglia: i Neet
Qui arrivano le brutte notizie: la quota dei Neet è infatti ancora troppo elevata per far sì che l’Italia possa essere considerata un Paese competitivo. I giovani che non studiano e non lavorano, infatti, attualmente sono sono 2.349.000. L’aumento rispetto al 2007, quando erano 1.788.000, è stato rilevante: +31,4%. Chi, tra i giovani, non studia e non lavora, costa all’Italia ben 21 miliardi di euro. Del resto la crisi ha colpito duramente il nostro Paese dal 2009 a oggi: se nel 2007 si contavano 3.758.000 occupati nella fascia d’età 15-29 anni, nove anni dopo erano diminuiti a 2,6 milioni, con una perdita di 1,1 milioni.