Se negli anni passati rivolgersi ad uno psicologo poteva essere interpretato come qualcosa di negativo, oggi le cose sono radicalmente cambiate soprattutto quando si parla di coppia.
Nel corso degli ultimi anni si riscontra una crescita elevata del numero di persone che si rivolgono ad uno psicologo, testimoniato anche dalla crescita del PIL del settore della psicologia che ci aggira intorno al 7% l’anno.
Rivolgersi ad uno psicologo non viene più interpretato come una sconfitta, anzi in realtà siamo davanti ad una coppia consapevole delle proprie problematiche e pronta ad affrontarle con l’aiuto di uno specialista.
Molto più spesso di quanto si pensi quindi le coppie chiedono l’aiuto di psicologi per superare conflitti apparentemente insormontabili, con la speranza di rimettere in piedi una relazione importante.
In alcuni casi però quello che ci si aspetta dalla terapia di coppia è che il partner venga “corretto”, adattandolo alla propria visione del mondo.
In questi casi entrambi i coniugi puntano a convincere lo psicologo di essere dalla parte del giusto, avvalorando il proprio punto di vista.
In queste situazioni il terapeuta evita accuratamente di schierarsi dalla parte di uno dei due, il suo ruolo è quello di portare alla luce i conflitti superando i freni psicologici.
Il conflitto psicologico che si crea tra la coppia è molto complesso da analizzare, riprendiamo alcuni concetti espressi dallo psicologo Carlo Del Muratore,specialista in terapia di coppia, per cercare di fare chiarezza su come funziona e in che modo viene a generarsi il disagio.
Come nasce il conflitto di coppia
Nella coppia accade spesso che i due coniugi tendano a proiettare parti di sé sull’altro, questo finisce per creare un disagio di non trovare un effettivo riscontro nel comportamento del coniuge e nell’impossibilità superare queste identificazioni proiettive.
In poche parole il conflitto interiore dei coniugi viene proiettato nella relazione esterna, per questo la terapia prende l’avvio dall’analisi di queste proiezioni interne.
Una volta reso evidente il comportamento inconscio, lo psicologo spiega ai coniugi le cause del disagio aiutandoli a sviluppare una capacità introspettiva tale da favorire la crescita personale e del partner, equilibrando le diverse prospettive.
In poche parole il vero valore della terapia di coppia è dato dalla capacità di comprendere meglio se stessi superando quei blocchi psicologici che limitano il rapporto con gli altri.
La terapia di coppia consente di portare alla luce i reali problemi che creano disagio nella coppia, arrivando ad una maggiore comprensione dei meccanismi interni alla relazione, favorendo la crescita comune.
L’obiettivo del supporto psicologico
Il supporto psicologico nella relazione di coppia permette di dare un aiuto concreto per affrontare le problematiche e i disagi.
Si tratta di un intervento di mediazione volto a identificare le cause e le dinamiche che determinano il conflitto di coppia, definendo le strategie più adatte per superarle.
Attraverso il supporto psicologico la coppia, ma anche il singolo coniuge, comprende meglio sè stesso e acquisisce maggiore fiducia per prendere decisioni in linea con i propri desideri e necessità.
In quest’ottica ha un ruolo molto importante la psicoterapia psiconalitica che a differenza delle comuni terapie stimola il paziente a esprimere liberamente il disagio e tutto quello che gli passa per la mente.
In questo modo lo psicologo riesce a interpretare le reazioni e gli stati d’animo attraverso il dialogo con il singolo coniuge e con entrambi, individuando le dinamiche che entrano in gioco nel conflitto di coppia.
Si tratta naturalmente di concetti molto complessi che meriterebbero più spazio, ma è molto importante capire come la mediazione di uno psicologo possa rappresentare realmente una svolta in un rapporto di coppia, contribuendo a rendere più solida la relazione e a limitare quei disagi che spesso sono la causa della rottura.