Expo Milano 2015: due conti seri e un po’ di autocritica non farebbero male

Expo Milano… non tutti sono contenti di come va e le soluzioni per rattoppare, come sempre, lasciano a desiderare.

Che il “Governo Renzi” soffra di annuncite acuta, mitomania e megalomania è cosa oramai risaputa: mille cose avviate, un po’ meno portate avanti e ancor meno malamente concluse. Il tutto in una cornice di fortunoso autoritarismo che gli si sta ritorcendo contro. L’Expo è uno dei voltafaccia della fortuna al primo ministro: 8 milioni di biglietti in prevendita (l’annuncio che confermava il precedente annuncio/augurio di raggiungere i 20 milioni di visitatori) ed oggi siamo al punto che, per tirare su le statistiche, ci concederanno biglietti agevolati agli ultra 65enni con reddito basso. 

La prima cosa che mi salta in mente è se così facendo, visto il caldo torrido ed il consiglio di starsene in casa il più possibile, il governo non stia cercando di alleggerire il costo delle pensioni mandando un po’ di gente a schiattare al caldo Africano che quest’anno pare non volerci abbandonare.

Ma, battute a parte, anche uno come me che nell’Expo ha creduto e che tutto sommato dice “piuttosto è meglio che niente”, ad un certo punto comincia a chiedersi cosa di sbagliato ci sia nell’Expo. La quantità di biglietti “immessa” sul mercato a costo ridotto è un qualcosa di non ben quantificabile. Visti i pin con sconto 70% rilasciati tramite i dipendenti, che tra l’altro erano “dotati” di un certo numero di Season Pass gratuiti, visti i tanti biglietti svenduti a prezzi di saldo a sponsor ed operatori intermedi, visti i biglietti parcheggi omaggio a fronte di ingressi visto tutto ciò che magari non si può vedere, sarebbe carino acquisire due dati: entrate in euro per ingressi e numero di ingressi. 

Il dato secondo me potrebbe farci porre una domanda tra tante: non era meglio fissare subito un prezzo biglietto più basso ed evitare sconti e omaggi all’insegna di una certa equità verso chi il biglietto se lo paga???