Dot, il punto stufo di essere un punto: la sua storia, un gioco serio alla scoperta di sé
“Dot si stava chiedendo quale fosse il punto di essere un punto”: inizia così, con una frase semplice e curiosa, “Il libro di Dot”, l’ultima opera illustrata da Gianluca Buttolo, realizzata insieme allo scrittore Premio Pulitzer Hisham Matar, e pubblicata da ReNoir Comics. Il libro racconta una bellissima favola dedicata a chiunque si senta ancora un po’ bambino: un’avventura alla scoperta di se stessi e di un mondo i cui confini, con la sola forza della fantasia, possono ampliarsi all’infinito.
La storia è quella di un punto, stanco di sottostare alle regole grammaticali e di convivere con le sue amiche virgole, che sogna una vita diversa. “Non capiva perché dovesse sempre aspettare la fine di una frase”. Dot voleva essere qualcos’altro: così intraprende un viaggio alla ricerca del suo vero essere, provando ad immedesimarsi dapprima in un albero, poi nella luna e anche in un leggero e colorato palloncino. Sarà così che Dot scoprirà la cosa più importante di tutte: che il mondo, in fondo, è fatto di tanti piccoli punti e che è molto più simile a lui di quanto pensasse.
Il libro, presentato all’ultima edizione del Lucca Comics and Games, unisce la scrittura semplice e appassionata di Hisham Matar, Premio Pulitzer nel 2017 per il romanzo “Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro”, e le illustrazioni poetiche di Gianluca Buttolo, autore di “La scelta. Giorgio Ambrosoli”, il romanzo a fumetti pubblicato nel 2015 e dedicato alla vicenda umana e professionale dell’avvocato ucciso nel 1979. Ed è proprio Gianluca Buttolo a raccontarci la genesi e la realizzazione di un’opera così particolare, vissuta e pensata, pagina dopo pagina, insieme all’amico Hisham Matar: i due si conoscono grazie al cantautore udinese Piero Sidoti e alle illustrazioni che Buttolo realizza per il suo cd. Hisham resta colpito dal suo lavoro e lo contatta per proporgli una collaborazione.
“Lui era a Roma per lavoro e ci siamo dati appuntamento. Di quella giornata ricordo una ininterrotta conversazione, camminando senza meta nelle vie di Roma, fra mille risate come quella che avrebbero potuto avere due amici che non si vedevano da tempo”. Un giorno lo scrittore accenna di una piccola storia che stava scrivendo: “Mi disse che era la storia di un punto che si chiedeva qual se fosse il punto di essere un punto. A me bastò quella frase e tutto quello che suggeriva, un’atmosfera che mi fece subito pensare ad alcuni dei miei autori preferiti come Soriano o Cortazar con le sue Storie di Cronopios e di Famas”.
Effettivamente il libro, semplice ma tutt’altro che superficiale o scontato, ripercorre la strada tracciata da questi grandi maestri senza tralasciare l’ispirazione e il punto di vista proprio dei due autori: “Questa storia potrebbe aver preso ispirazione da fatti personali, di Hisham o miei, o potrebbe essere una metafora per leggere da un’altra prospettiva alcuni fatti da noi vissuti, o per risolvere in modo giocoso ma serio alcune nostre personali cose irrisolte. Che poi in fondo è quello che spesso fanno le persone che hanno la fortuna di fare il nostro mestiere”.
I testi e i disegni si completano a vicenda, quasi fossero realizzati dalla stessa persona, raccontando i personaggi e le loro avventure attraverso il gioco e il ritmo spensierato di una favola che dall’inizio alla fine non perde mai il suo carattere “serio” e introspettivo. “C’è una sfumatura del nostro mestiere ‘creativo’ che permette veramente di fare cose serie giocando e giocare seriamente”, afferma Gianluca Buttolo, chiarendo il significato profondo del suo ultimo lavoro.
Fonte: Dot, il punto stufo di essere un punto: la sua storia, un gioco serio alla scoperta di sé