Per tradizione, un tempo in Italia le spese legate all’organizzazione di un matrimonio venivano ripartite più o meno equamente tra le famiglie dei due sposi. In passato, la famiglia della sposa decideva a chi dare in sposa la propria figlia sulla base di uno scambio reciproco di terre o titoli nobiliari e, di solito tale “concessione” veniva accompagnata da una determinata quota, una dote, che veniva stabilita in seguito a lunghe e accese negoziazioni tra le famiglie dei due promessi sposi. Fondamentalmente la dote aveva la funzione di garantire alla futura il suo mantenimento iniziale. Si trattava non solo di una forma di tutela per far sì che lo sposo avesse i mezzi effettivi per prendersi cura della sposa, ma anche di un modo per valorizzare il suo valore e renderla più appetibile agli occhi di eventuali pretendenti. In alcuni casi invece, se la famiglia della sposa forniva allo sposo qualcosa di intangibile, come il prestigio legato al titolo nobiliare, poteva accadere il processo inverso, ovvero era la famiglia dello sposo a pagare alla famiglia della sposa un vero e proprio “prezzo di vendita”. In generale questo sistema veniva adottato quando il matrimonio avveniva tra famiglie di rango diverso, di solito tra la famiglia nobile di lei e la famiglia borghese e benestante di lui. Il ruolo centrale di questo tipo di pagamento di una dote “inversa” era quello di instaurare legami duraturi e alleanze con i membri appartenenti al gruppo familiare della sposa. In questo modo, gli eredi della coppia avrebbero potuto mantenere il lignaggio della madre (una volta pagato il giusto “prezzo” per il suo titolo nobiliare).
Al giorno d’oggi la dote o il prezzo di vendita sono per fortuna stati ampiamente superati e la sposa non viene più considerata una proprietà da vendere o scambiare, quasi fosse un capo di bestiame. Le donne si sono sempre più emancipate nel corso dei secoli e a poco a poco hanno assunto il controllo del proprio matrimonio, divenendo le sue reali direttrici e coordinatrici, a volte lasciando ben poco margine di decisione al loro compagno. L’organizzazione del matrimonio è diventata sempre più una questione femminile, un momento che tutte le donne sognano e pianificano fin dalla più tenera età. Prima ancora di incontrare la propria anima gemella, moltissime donne hanno già scelto il loro abito e il tema del loro matrimonio, divenendo delle vere esperte del Wedding planning grazie a riviste, blog, siti specializzati e manuali per la cerimonia perfetta. È ovviamente vero che organizzare un matrimonio è una faccenda complessa e che richiede l’impiego di un’enorme quantità di tempo ed energie, ma è anche un momento di pura gioia ed esaltazione, in cui poter dare libero sfogo alle proprie fantasie più romantiche e dolci.
Conoscendo l’argomento quasi a menadito e volendo ancor più documentarsi ed informarsi, molte donne scelgono di non far ricorso alla figura del weddingplanner, preferendo risparmiare e fare le cose a modo proprio. In questi casi però diviene ancora più importante sapersi organizzare e procedere un passo alla volta, senza farsi prendere dalla fretta e dall’euforia. Tendenzialmente per organizzare un bel matrimonio serve all’incirca un anno. Si comincia innanzitutto con il fissare un budget e un tema per l’evento. In base a questi fattori iniziali si procederà alla scelta della chiesa (se il matrimonio è con rito religioso) e la location del ricevimento. Una volta scelto il tipo di rito e la location si inizia con la raccolta di informazioni e documenti necessari per l’ufficializzazione del matrimonio. A nove mesi dal sì viene stilata una lista degli invitati (e la loro disposizione ai tavoli) e vengono scelti i testimoni e le damigelle. A questo punto vengono mandati gli inviti e viene aperta la lista di nozze. Sei mesi prima del matrimonio si scelgono il fotografo, il fiorista, i musicisti e le bomboniere. Nel caso in cui il viaggio di nozze sia all’estero è importante cominciare a richiedere i documenti necessari per il viaggio, come la carta di identità o il passaporto. Per il matrimonio con rito religioso si può iniziare il corso prematrimoniale (dura di norma due-tre mesi) e nel frattempo la sposa può fissare le prove per il trucco e l’acconciatura. A un paio di mesi dalle nozze si scelgono le fedi e si fissa la data con i gestori del ristorante.
Poche settimane prima del matrimonio si ritirano gli abiti e si cominciano a fare le eventuali prove del matrimonio. Con una pianificazione di questo tipo, a una settimana dalle nozze si dovrebbe avere tutto sotto controllo, in modo da evitare spiacevoli inconvenienti.
Nonostante il trascorrere dei secoli, è interessante notare che alcune tradizioni sono rimaste ancora vive nella memoria collettiva del paese, soprattutto nei piccoli centri rurali, dove il folclore e le leggende vengono tuttora rispettate. Tali riti e usanze sono sopravvissuti al trascorrere del tempo, venendo adattati di volta in volta e assumendo connotazioni diverse a seconda del periodo storico e del contesto regionale in cui essi venivano messi in pratica. Attorno all’organizzazione importante come il matrimonio, si sono raccolte un enorme numero di regole e tradizioni, che se rispettate tutte rischiano di mandare nel panico più totale gli sposi e i loro invitati. Per esempio, secondo alcune leggende la sposa al suo matrimonio dovrebbe indossare:qualcosa di blu, qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa preso in prestito, qualcosa regalato, non dovrebbe avere indosso perle (si dice che portino lacrime e tristezza al matrimonio) o altro oro all’infuori della fede nunziale e dovrebbe anche avere una moneta nella scarpa (come se le scarpe da sposa non fossero già abbastanza scomode di loro! NdR). per non parlare di tutte le altre credenze popolari, dalle più classiche, come il lancio del riso all’uscita dalla chiesa, alle più particolari e strane, come quella di indossare un velo lungo tanti metri quanti sono stati gli anni di fidanzamento. In poche parole, una confusione assurda!
Ci sono tuttavia delle regole e tradizioni che tutto sommato possono avere dei risvolti vantaggiosi per la coppia di futuri sposini, come ad esempio quelle legate alle spese che i due sposi devono sostenere per diventare una coppia sposata a tutti gli effetti, dai costi del matrimonio a quelli legati alla casa e al suo arredamento. Esiste un vero e proprio galateo che, se rispettato dalle due famiglie degli sposi, farà risparmiar loro una montagna di soldi, il tutto ovviamente a discapito dei poveri familiari! Tali tradizioni non sono altro che la diretta evoluzione degli antichi usi della dote e del prezzo di vendita, che si sono trasformati a poco a poco nel tempo, rischiando quasi di essere messi nel dimenticatoio. Quando gli sposi sono giovani e ancora non hanno anni di risparmi alle loro spalle, il ricorso alle regole del galateo delle spese di matrimonio può risultare la migliore soluzione.Purtroppo senza l’aiuto dei genitori diventa infatti quasi impossibile per i giovani italiani sposarsi e metter su casa, perché i risparmi non bastano o perché uno dei due non ha un posto di lavoro stabile e a tempo indeterminato. In questo modo invece le famiglie dei due potranno entrambe dare il loro contributo al matrimonio, aiutando la coppia a raggiungere subito la propria felicità.
Secondo le regole di tale galateo le spese che sono a carico dello sposo edella sua famiglia sono:
- Le fedi nunziali e l’anello di fidanzamento
- La casa o l’appartamento in cui si trasferiranno i novelli sposi (anche se questa tradizione è in disuso e sempre più coppie decidono di dividere le spese equamente)
- L’arredamento della casa, ad eccezione della camera da letto, di cui viene acquistato solo il materasso
- Il viaggio di nozze
- L’offerta per la chiesa nel caso di un matrimonio con rito religioso
- I fiori all’occhiello per i testimoni e gli accessori floreali delle damigelle
- Il bouquet della sposa, che viene acquistato dalla suocera e scelto dalla sposa in base all’abito che indosserà il giorno del matrimonio
- L’abito dello sposo
- Il noleggio dell’auto e di un eventuale trasporto per gli altri invitati
Alla famiglia della sposa spettano più che altro le spese legate maggiormente all’organizzazione del matrimonio. Provvederanno infatti all’acquisto di:
- Tutti gli addobbi e le decorazioni floreali usate in chiesa e nella location del ricevimento
- Il corredo della sposa, ossia lenzuola, asciugamani, biancheria per la casa e per la sposa
- L’abito della sposa (in alcune regioni la sposa viene accompagnata anche dalla futura suocera a scegliere l’abito) e i suoi accessori
- Gli abiti delle damigelle e dei paggetti
- Il fotografo ed eventualmente il cameraman per il video del matrimonio
- La band o il dj per il ricevimento
- Le bomboniere
- Le partecipazioni e gli inviti
- Il ricevimento
- La torta nunziale
- L’arredamento della camera da letto (fatta eccezione per il materasso che viene comprato dalla famiglia di lui)
- Eventuali regali per la famiglia dello sposo e gli altri ospiti d’onore
- Tutti gli altri eventuali servizi aggiunti al matrimonio
Tali regole un tempo erano piuttosto ferree, ma ormai al giorno d’oggi le famiglie degli sposi tendono a dividere in maniera equa le spese legate al matrimonio dei loro figli. Per quanto riguarda le spese legate al viaggio di nozze, esse sono di solito coperte dagli amici degli sposi, che organizzano una colletta per raccogliere i soldi necessari per realizzare il sogno dei testimoni di visitare finalmente quella località di cui hanno sempre sognato di andare insieme.