Ditti-Omosessuali Assistenza sanitaria per coppie di fatto omosessuali Per Imma Battaglia, leader del movimento coppie di fatto in Italia “L’eterna perpetrazione di una condizione di privilegio” L’assistenza sanitaria per coppie di fatto in Italia da oggi un dato di “fatto”. La camera approva il diritto …
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Coppie di Fatto. Si sull’assistenza sanitaria alle coppie di fatto del Parlamento
Assistenza sanitaria per coppie di fatto omosessuali
Per Imma Battaglia, leader del movimento coppie di fatto in Italia “L’eterna perpetrazione di una condizione di privilegio”
L’assistenza sanitaria per coppie di fatto in Italia da oggi un dato di “fatto”.
La camera approva il diritto ai parlamentari di estendere il proprio fondo integrativo al proprio partner dello stesso sesso. Immediate le critiche e i dissensi da più fazioni e da più parti d’Italia sull’ assistenza sanitaria alle coppie di fatto non etero.
In che termini sarebbe più opportuno esprimersi oggi, alla luce della decisione “partorita” dalla neonata Camera sull’assistenza sanitaria per coppie di fatto?
Bisognerebbe accogliere serenamente il dato ormai di fatto e condividere ottimisticamente le parole di Ivan Scalfarotto “Oggi si è affermato un principio elementare che adesso va applicato a tutti i cittadini”; oppure considerare come più “saggio” il punto di vista del Movimento 5 Stelle (on. Luigi Di Maio) che lamenta al contrario “… l’ennesimo privilegio che si concedono i parlamentari. Del tema si deve dibattere nel Paese, lo si deve affrontare con una legge per tutti i cittadini. E invece si sceglie di dare il segnale malsano che qui facciamo quello che ci pare”?
La verità dove sarà questa volta, sempre nel mezzo, in quel mezzo dove da decenni si muove e lotta l’intera comunità omosessuale d’Italia che agogna diritti e leciti riconoscimenti giuridici?
Il fatto. Qualcuno parla di svolta storica, ma i dubbi e le perplessità per questo micro passo avanti fatto, rispetto a un’Europa, a un mondo che corre oltre che a una spanna dal Bel Paese, sorgono evidenti e spontanei. Proprio il 14 maggio 2013, sembra, volente o nolente, tra ragioni o torti, che qualcosa però sia accaduto e che qualche minima linfa di speranza abbia ripreso a carburare il motore della lotta omosessuale per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto dei medesimi diritti riconosciuti a tutte le coppie etero.
È alla Camera, con il suo nuovo timoniere Laura Boldrini, che viene approvata e posta, infatti, la “prima pietra miliare (?)” per l’acquisizione di un primo diritto-riconoscimento giuridico-legale per le coppie di fatto omosessuali. A maggioranza, viene, infatti, accolta la richiesta fatta in tempi già sospetti da Paola Concia del Pd, di riconoscimento a queste coppie di fatto, ovviamente previo pagamento di una quota prestabilita, l’assistenza sanitaria integrativa al compagno. “Ottimo” si penserà nell’immediato, davvero un gran passo avanti per il Parlamento, questo riconoscimento di assistenza sanitaria per coppie di fatto. Una progressione verso il futuro di tutto rispetto per l’Italia. Peccato, però, che il mondo politico italiano fatto di vizi, mezzi e mezzucci, ma soprattutto di privilegi, non riesce a sorprendere l’italiano medio neanche stavolta e accoglie l’onorevole (in ogni senso!) richiesta, su esclusiva base parlamentare! Infatti, la possibile legge di apertura all’assistenza sanitaria alle coppie di fatto omosessuali, riguarda l’ambito (per il momento?) solo parlamentare. Quindi, riassumendo, la questione in sé concerne i parlamentari omosessuali, per equiparare lo stato “sanitario” a quello degli altri colleghi onorevoli ammogliati, maritati o conviventi.
Ivan Scalfarotto vince, dunque, e vince anche sulla collega Paola Concia che anticipò la stessa richiesta di assistenza sanitaria per coppie di fatto durante la scorsa legislatura, portando a casa alcun risultato.
I Sì’ alla Camera per il riconoscimento del diritto sulle coppie di fatto. A votare favorevolmente per l’estensione dell’assistenza sanitaria per coppie di fatto (integrativa), ieri, il Pd, il Pdl e il Sel. Astenuti, invece, Scelta Civica e Fratelli D’Italia. Ad astenersi, inoltre, l’immancabile Movimento 5 Stelle, motivando la scelta del non voto per necessità di avere più tempo per affrontare un tema così importante.
Lega e Fdi “non ci stanno!”. Dure anche le dichiarazioni della Lega, astenuta dal voto e che, però, rinuncia al silenzio e dichiara attraverso la voce di Davide Caparini “… un altro spazio di privilegio”; ugualmente aspre anche le parole di Edmondo Cirielli che a sua volta dichiara ufficialmente l’ennesima sconfitta per l’Italia: “ E’ un autogol della casta a cui è improprio affidare un tema di cui si dibatte da vent’anni”.
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E’ a Imma Battaglia che ci rivolgiamo. Imma: politica e soprattutto attivista per la difesa dei diritti omosessuali e delle coppie di fatto e che così si esprime, su quanto avvenuto ieri:
“Plaudo alla parificazione delle coppie di fatto in tema di assistenza sanitaria integrativa. Ciò che mi rammarica è però l’eterna perpetrazione di una condizione di privilegio: ancora una volta la casta protegge se stessa ed il proprio status. Prima che omosessuali, siamo innanzi tutto cittadini e, per questo, tutti uguali, con gli stessi diritti e doveri, indipendentemente dall’essere idraulici o parlamentari. Avrei apprezzato molto di più la notizia che, in tempo di crisi, di fronte a tanti italiani che perdono il lavoro e la casa fino a tentare il suicidio, qualcuno avesse rinunciato ai propri privilegi. In questa legislatura, esiliati i re, sono entrati i prìncipi. Io sogno un’Italia dove l’uguaglianza sia per tutti e non per pochi...”.
L’assistenza sanitaria integrativa dei deputati etero dal 2001 al 13 maggio 2013. Per i deputati la legge prevedeva un fondo (integrativo) autonomo interamente autogestito e che veniva finanziato con trattenute mensili sui loro stipendi. Dal lontano 2001 previsto che ciascun deputato potesse iscrivere a questo fondo, dopo aver versato una quota aggiuntiva, figli, coniuge o convivente.
L’assistenza sanitaria per coppie di fatto dei deputati da ieri 14 maggio 2013. Grazie al voto di maggioranza della Camera di ieri, il fondo integrativo per l’assistenza sanitaria, oggi può essere usato indistintamente e /o soprattutto dal proprio partner. Infatti, ieri, finalmente, dopo oltre dieci anni, viene abolita la restrizione che impediva ai soli familiari “previsti” di poter usufruire dei vantaggi del proprio compagno o della propria compagna, purché parlamentare, ovviamente!
Pasqualina Scalea
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