Catastrofi naturali, niente assicurazione tanto paga lo Stato

Pochi gli italiani che sottoscrivono assicurazioni sugli immobili contro le calamità naturali, tanto in caso di tragedia è lo Stato a intervenire

Quando si parla di caro-polizze, è inevitabile pensare alla questione Rc auto. D’altronde, siamo il Paese più caro d’Europa in tema di assicurazione sui veicoli e i prezzi non accennao a diminuire. La liberalizzazione dei mercati è stata accopagnata dall’ascesa dei siti di comparazione dove porre le assicurazioni auto migliori a confronto e scovare le più economiche, alleviando in parte il problema. Ma le assicurazioni auto non sono certo le uniche, ma solo le uniche imposte dalla legge, e forse le uniche davvero prese in considerazione dagli italiani.

 Sono in pochissimi, ad esempio, a proteggere la propria abitazione attraverso un sistema assicurativo adatto; la maggior parte degli italiani, infatti, sceglie di non sottoscrivere alcuna polizza per tutelare la propria casa dalle catastrofi naturali. A segnalare la questione è Roberto Manzato, direttore centrale di Ania.

 Se l’articolo dovesse convincervi a informarvi meglio sulla possibilità di stipulare una polizza assicurativa del genere e sui relativi costi, anche in questo caso un attento confronto per scegliere le assicurazioni migliori può rivelarsi la carta vincente.

 Nonostante in Italia la proprietà immobiliare sia molto diffusa, la sensibilità dei consumatori rispetto alla tutela del proprio immobile a seguito di calamità naturali, diversamente da altri paesi europei, non è particolarmente diffusa.

Manzato segnala come prima causa della scarsa sottoscrizione delle polizze contro le calamità naturali la tendenza da parte dello Stato di risarcire i danni a cose, immobili e persone, laddove si siano verificati eventi catastrofici, come terremoti, alluvioni, trombe d’aria, ecc.

Tale procedura, tipica di uno Stato eccessivamente assistenzialista, non è sbagliata in sé, ovviamente, anche se risulta molto dannosa. Infatti tale sistema, oltre che appesantire l’erario e provocare spese importanti e non previste, finisce per rimborsare tutti, anche gli evasori.

Lo Stato dovrebbe prevenire, laddove possibile, le catastrofi naturali, investendo sulla sicurezza ambientale. Al contrario, al cittadino dovrebbe essere lasciato il compito di sottoscrivere le singole assicurazioni; così, nel caso di calamità, una parte del costo verrebbe spalmato sulle compagnie assicurative.

In più lo Stato dovrebbe incentivare la diffusione di questa tipologia di assicurazioni sugli immobili, optando ad esempio per una serie di incentivi fiscali dedicati a chi sottoscrive tali polizze.

Oppure il Governo potrebbe sponsorizzare un sistema obbligatorio di tutela assicurativa della casa, come avviene già in Spagno o in Francia, senza tuttavia pesare eccessivamente sulle spalle, già molto gravate, del piccolo proprietario.

In ultimo sono la comunicazione e l’informazione a ricoprire un ruolo fondamentale: lo Stato dovrebbe sponsorizzare della campagne per la sensibilizzazione dei cittadini, come già si fa su altri temi caldi, come il fumo o l’evasione fiscale.

È necessario infatti responsabilizzare il cittadino sull’importanza di tutelarsi, perlomeno in certe zone d’Italia, sui possibili danni causati dalle calamità. In certe aree del paese, tuttavia, i premi assicurativi potrebbero risultare proibitivi oppure le compagnie potrebbero rifiutarsi di sottoscrivere le polizze; inoltre i premi potrebbero crescere proprio in conseguenza all’aumento delle richieste da parte dei cittadini. Si dovrebbe intervenire anche per evitare questo.

In più è bene contrastare la tendenza mentale comune a ignorare i rischi legati ai propri beni e alla propria persona per cui ci si autoconvince che gli eventi spiacevoli capiteranno solo agli altri. Prevenire, in questo caso come in molti altri, è meglio che curare.